Covid19, 250 vittime in un giorno. L’ISS «Con le giuste accortezze, il Sud può farcela»

Un’altra giornata opaca è trascorsa sulla nostra amata Italia. Il pensiero quotidiano non può che essere rivolto all’emergenza che l’intera nazione sta fronteggiando da ormai quasi un mese. I dati riportati oggi dalla Protezione Civile non si possono definire positivi, dove però l’incremento di pazienti risultati positivi al tampone è di qualche centinaio in meno in confronto a ieri, un numero che purtroppo, non scende però sotto la tripla cifra. Il dato che oggi ha però arrecato maggiore sgomento è quello relativo ai decessi che, dopo il sensibile calo di ieri oggi è tragicamente raddoppiato. Ecco i dati che intercorrono dalle ore 17 di ieri alle ore 17 di oggi:

  • 2.116 i nuovi soggetti positivi;
  • 181 quelli guariti;
  • 250 i pazienti deceduti.

Osservavamo come il numero di pazienti positivi al tampone, resti pressoché stabile, differenziando di un centinaio: oggi 2.116 contro i 2.249 di ieri (esattamente 133 in meno); di questi pazienti, sempre per quanto riguarda alla giornata odierna, i pazienti in isolamento domiciliare sono 1.165 più di ieri, quelli in isolamento ospedaliero sono 776 più di ieri, mentre 175 in più sono i pazienti in condizioni più critiche e dunque ricoverati in terapia intensiva. Si invertono tragicamente i numeri di guariti e deceduti rispetto alla giornata di ieri, dove a tornare fortunatamente a casa perché ora negativi al test sono stati 181 pazienti, mentre le vittime con Covid-19 nelle ultime 24 ore sono addirittura 250, un numero che non è solo un numero – ci teniamo a ricordarlo – se il pensiero lo si rivolge a quelle tante persone che piangono ogni singolo paziente, giovane o anziano che sia.

Dati complessivi per l’Italia ci riportano il seguente quadro della situazione:

  • 14.955 i soggetti positivi, di cui:
    • 6.201 in isolamento domiciliare;
    • 7.426 in isolamento ospedaliero;
    • 1.328 in terapia intensiva;
  • 1.439 i pazienti guariti;
  • 1.258 i decessi registrati;
  • 17.660 i casi totali italiani.

Un ulteriore dato che fa riflettere è il numero dei tamponi effettuati dal 9 marzo, che ad oggi risulterebbero circa 400.000, a dimostrazione di quanto sia immane l’impegno di medici, infermieri e personale sanitario tra le corsie degli ospedali. Nella tarda serata di ieri, inoltre, è atterrato a Fiumicino, con un volo proveniente dalla Cina, un team di esperti cinesi nella lotta al coronavirus, portando con loro oltre 30 tonnellate di materiale sanitario necessario in questa battaglia al virus, come mascherine e ventilatori polmonari, ennesima dimostrazione del grande cuore e della fraternità tra questi due Paesi.

IN CALABRIA

In Calabria ad oggi vengono registrati 422 tamponi effettuati con 38 esiti positivi. Territorialmente i casi positivi sono così distribuiti nelle provincie calabresi:

  • Catanzaro: 6 in reparto; 1 in rianimazione
  • Cosenza: 6 in reparto; 2 in rianimazione; 2 in isolamento domiciliare
  • Reggio Calabria: 6 in reparto; 6 in isolamento domiciliare; 1 guarito
  • Vibo Valentia: 3 in isolamento domiciliare
  • Crotone: 5 in isolamento domiciliare

I cittadini calabresi in quarantena volontaria sono 3.668, così ripartiti:

  • Cosenza: 1.200
  • Crotone: 195
  • Catanzaro: 450
  • Vibo Valentia: 373
  • Reggio Calabria: 1.450

Le persone giunte in Calabria negli ultimi quattordici giorni, dopo aver soggiornato in zone a rischio epidemiologico, sarebbero 5.672, un dato relativo a quanti hanno avuto l’accortezza di autodenunciarsi e registrarsi nell’apposito portale istituzionale della Regione, ma dati interni parlerebbero di circa 10mila rientri.

L’unico modo per poter uscire da questa emergenza è rispettare alla perfezione le regole emanate dal Governo e delle istituzioni locali. Un comunicato dell’Istituto Superiore di Sanità oggi ha restituito ampia speranza al sud, chiedendo di continuare a rispettare la quarantena ed evitare dunque ogni futile spostamento, «non è detto – hanno affermato gli esperti dell’Iss – che il sud Italia debba necessariamente affrontare un’emergenza eguale a quella del nord». La regola è dunque sempre la stessa: restare in casa.

Pubblicato da Salvatore Ferrarello

Collaboratore.