Covid19, Controlli Carabinieri sul territorio: «Troppi ancora non rispettano la quarantena»

Quando su Simeri Crichi cala il tramonto, lo abbiamo documentato negli scorsi giorni, la popolazione risponde all’unanimità nel richiudersi all’interno della proprie abitazioni e sono davvero poche le vetture che, dopo le ore 21, si vedono trafficare sulle strade del paese. Allo stesso modo non si può però affermare per quanto riguarda le ore diurne, quando il traffico, sicuramente non paragonabile a quello dei giorni precedenti l’emergenza Coronavirus, resta comunque consistente.

Non possiamo che lodare l’attenzione alle normative di sicurezza che i commercianti locali stanno seguendo con rigore e scrupolosità. Armati di mascherina, guanti e nastri per evidenziare la distanza di sicurezza, permettono alla gente di svolgere gli acquisti in totale sicurezza. Nei negozi si entra al massimo in due, mantenendo la distanza di almeno un metro e si cerca di uscire nel più breve tempo possibile. Fin qui una situazione più che regolare, anzi Simeri Crichi ha risposto in modo eccezionalmente corretto alle direttive nazionali.

Le problematiche vengono riscontrate invece durante il giorno. Il sole quasi primaverile fa da calamita a quanti non riescono proprio a concepire il periodo di quarantena. Ecco allora che, per effettuare un acquisto, si decide di fare una tranquilla passeggiata da una zona all’altra del paese, incontrando amici e conoscenti, stando sì attenti a non dare la mano, ma si scambiano volentieri due chiacchiere.

Così non va assolutamente bene e non si riuscirà a capirlo finché l’emergenza non si innalzerà ad un livello tale che sarà poi difficile tornare indietro.

A confermare la tesi sono i controlli effettuati dai militari dell’Arma dei Carabinieri della locale stazione e della Compagnia di Sellia Marina. Si sorvegliano i negozi per scongiurare assembramenti, si fermano le persone in strada (anche sole) per comprendere dove si stiano effettivamente dirigendo. «Anziani e ragazzi quelli più recidivi – ci dicono i militari – escono con tutta tranquillità, passeggiano e svolgono attività anche in gruppo».

Nonostante le chiusure predisposte per bar e punti di ristorazione, tradizionalmente luoghi di ritrovo per giovani e anziani, sembrerebbe che la gente non abbia ancora compreso la particolarità del periodo che il Paese intero sta affrontando. Per molti sembra quasi un gioco, ma sappiamo tutti che non è così.

Una delle domande (anche retoriche) più frequenti è questa: «Posso uscire per prendere un po’ d’aria? Per fare sport all’aria aperta? Per passeggiare da solo? Il decreto me lo consente». In effetti il decreto non impone di restare in casa ma si limita in modo ferrato a consigliarlo a tutti, per il bene di tutti. La limitazione, questa imposta, chiede di scongiurare al massimo gli spostamenti se non per esigenze estremamente necessarie come lavoro, salute o prime necessità. Esigenze che possono certamente essere colmate in modo totalmente sicuro evitando di chiacchierare con i passanti o con il nostro commerciante di fiducia. Purtroppo non sappiamo dove sia stata o con chi sia stata la persona con cui stiamo parlando.

Si tratta di due settimane in totale isolamento. È difficile, certo, ma davvero vogliamo che questi giorni si allunghino drasticamente?

«Da quanto abbiamo potuto vedere, e in base alla nostra esperienza, per strada ci sono ancora troppe persone e comportamenti da migliorare». È il “rimprovero” di due medici cinesi, arrivati insieme al team di esperti dalle zone di contagio di coronavirus in Cina. «Solo se tutti rispetteranno in maniera rigorosa queste indicazioni – fanno notare – il 3 aprile se ne potrebbe uscire».

Pubblicato da Filippo Coppoletta

Direttore responsabile.