La lettera della mamma di Francesco Rosso. «Mio figlio ucciso per la seconda volta»

Rosa Arcuri e il figlio Francesco Rosso

In merito alla notizia divulgata nella giornata di ieri (clicca qui), con cui si è appreso l’accoglimento da parte del Tribunale del Riesame e della Corte d’Assise, di concedere gli arresti domiciliari a Evangelista Russo – indicato quale presunto mandante dell’omicidio di Francesco Rosso – la madre della vittima, la sig.ra Rosa Arcuri, ha inviato, agli organi di stampa, una lettera che riportiamo integralmente.


«Non avrei mai pensato che, a distanza di quattro anni e cinque mesi dalla morte di mio figlio, avrei dovuto nuovamente scrivere il mio dolore, il mio sconforto, la mia paura. Sono una persona molto riservata e per me rifare questo gesto, come quando allora lo feci per chiedere aiuto alla gente per aiutare inquirenti a scoprire gli assassini di mio figlio, non è facile. Abbiamo di nuovo paura, perché sono sicura che a distanza di anni, Russo Evangelista tornerà ad uccidere di nuovo. A chi toccherà adesso? A me, a mia figlia, a mio marito, ai miei fratelli?

E quando succederà, chi pagherà l’errore che è stato fatto nel metterlo ai domiciliari? Non credetegli! Tornerà a fare di nuovo del male. In passato, nel 2003, abbiamo assistito al tentato omicidio nei confronti di mio marito Antonio e successivamente, per altrettanta leggerezza giudiziaria che derubricò il reato in lesioni gravi, anche in quel caso gli diedero i domiciliari, scontando solamente pochi giorni! Infatti, negli anni siamo stati costretti a subire ancora ingiustizie da questo individuo, fino ad arrivare ad uccidere un ragazzo innocente di soli 34 anni. Chiedo aiuto al nostro procuratore Gratteri affinché faccia luce su questo caso giudiziario, perché non è possibile che un P.M. chiede per Monti Danilo (esecutore materiale dell’omicidio), che ha sparato in faccia mio figlio , le attenuanti generiche sol perché ha reso una confessione di comodo, dopo l’accurato lavoro fatto dagli inquirenti e quando tutto era già molto chiaro, solo per scongiurare l’ergastolo. Non è possibile che un G.I.P. che ha emesso un decreto di giudizio immediato , possa poi concedere di fare entrare il notaio in carcere e far firmare a Russo una procura che gli ha consentito di spogliarsi di tutti i beni ! Adesso , devo anche assistere alla sua scarcerazione dopo soli nove mesi, e ritrovarmelo a pochi metri della mia abitazione! Chi mi tutelerà ? Russo ha creato tutta questa situazione perché non voleva stare più in carcere! Ma qualcuno si è chiesto se mio figlio vuole stare chiuso in una bara a 34 anni e non vedere più la luce del sole ? Con quale coraggio andrò davanti alla sua bara per dirgli che è stato ucciso una seconda volta dai magistrati!

Ho un pensiero in serbo anche per chi ha sempre lavorato accuratamente al caso di mio figlio, gli inquirenti di Sellia Marina che, insieme alla Procura di Catanzaro hanno costruito una rete talmente fitta che ha permesso di dare un volto agli assassini di Francesco e che oggi non meritava una falla così grande! Sono sicura che anche loro saranno delusi e nauseati da questa terribile decisione intrapresa.

Chi uccide deve stare in carcere e non beneficiare di stare a casa. Esistono anche le case di cura per detenuti o i manicomi per i pazzi! Vi prego tutti, aiutatemi!»

Rosa Arcuri, madre della vittima Francesco Rosso.

Pubblicato da Redazione

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