Giorno della Memoria, nella scuola di Simeri Crichi si tocca con mano la tragicità del passato

Ricorre oggi 27 gennaio il “Giorno della Memoria”, giornata emblema della commemorazione delle vittime della barbarie nazista costata 15 milioni di vite umane innocenti, tra cui 6 milioni di ebrei. Sono passati 78 anni esatti dall’apertura dei cancelli di Auschwitz, da quando i pochi sopravvissuti hanno posto il mondo intero davanti ad una realtà crudele e dura, così dura da non poter essere dimenticata nemmeno per un secondo. Gli orrori a cui è stato sottoposto un’intero popolo per il solo fatto di appartenere ad una “razza” diversa non possono essere ignorati, ed è questo che spinge ogni anno gli studenti di tutte le scuole a tenere vivo il ricordo delle vittime dell’Olocausto. Per l’occasione si è svolto nella mattinata odierna, nel plesso di Simeri Crichi, un momento di riflessione tenuto da Giuseppe Chirico, crichese d’adozione e collezionista di cimeli di guerra e reperti storici, che ha coinvolto le studentesse e gli studenti di quarta e quinta elementare. Le tappe che hanno portato alla Shoah, la narrazione delle grandi personalità che si sono distinte nel periodo della seconda guerra mondiale, i matrimoni misti, la descrizione dei tipi di campi di prigionia, sono solo alcune delle tematiche approfondite con serietà e cautela da Chirico che, con l’ausilio di accurate diapositive e reperti storici quali elmetti appartenenti all’esercito tedesco, lettere scritte dai soldati italiani prigionieri di guerra, ha permesso ai piccoli allievi di toccare la storia con mano, catturando tutta la loro attenzione e rendendoli entusiasti dei racconti di un periodo a loro remoto, tanto da spingerli ad intervenire con non poche domande trasformando il monologo del collezionista Chirico in un vero e proprio dialogo.

Una lettera dei tempi della guerra

“Onorato di aver contribuito con qualche chiacchiera ad aprire la mente di chi comanderà il futuro.” Sono queste le parole di Giuseppe Chirico che si è mostrato felice di essere stato chiamato dal corpo docente a discutere di tematiche così delicate, nella speranza di aver lasciato un segno nelle menti dei più piccoli affinchè la memoria degli innocenti venga sempre onorata ed uno dei periodi più tristi della storia del mondo non venga mai dimenticato.

Pubblicato da Elisabetta Pollinzi

Collaboratrice