Donne in divisa, Un supporto indispensabile per combattere la violenza di genere

Foto di repertorio

Sempre più casi di maltrattamenti in famiglia e atti persecutori vengono denunciati ai Carabinieri e sempre più interventi vengono richiesti al 112. Così immediatamente scattano tutte le procedure a tutela delle vittime di violenza di genere. L’attenzione dell’Arma sul fenomeno è sempre molto elevata e vede quotidianamente impegnati i Carabinieri, uomini e donne in divisa, della Provincia di Catanzaro al fine di prevenire la violenza domestica, proteggere le vittime e perseguire i trasgressori.

Importanti punti cardine della strategia dei Carabinieri per la difesa delle vittime di violenza di genere sono rappresentati dalla rete nazionale di monitoraggio creata dall’Arma sul delicato fenomeno, attiva in tutta la penisola, e sicuramente dalla presenza e dall’apporto di professionalità fornito dalle donne in uniforme, elementi ormai indispensabili per l’Istituzione. Tra l’altro proprio oggi, 5 ottobre 2021, ricorre il 21° anniversario dell’ingresso delle prime donne nei Carabinieri, un evento che ci permette di dare un caloroso benvenuto, seppur a distanza di diverse settimane dal suo arrivo tra noi, alla prima donna maresciallo in servizio presso la nostra stazione di Simeri Crichi, augurandole il nostro in bocca al lupo e soprattutto gli auguri di buon lavoro al fianco del Comandante Brescia. 

DONNE, DENUNCIATE SUBITO E SEMPRE

Tornando alla delicata tematica con cui si apriva l’articolo, la Provincia di Catanzaro non è purtroppo nuova a casi di violenza domestica e/o di genere. Tre in particolar modo sono avvenuti negli ultimi tempi nel territorio. 

Il primo, quello di una giovane donna, residente nell’area dell’alto ionio catanzarese, vittima ormai da 4 anni di condotte vessatorie, continue minacce ed insulti da parte del compagno. Inizialmente una normalissima relazione sentimentale, fatta di affetto e stima reciproca, una relazione come tante altre, trasformatasi però in un vero incubo. La nascita di un bambino non aveva poi migliorato le cose, al contrario ciò aveva determinato nella giovane maggiore difficoltà nell’assumere la decisione di interrompere quella relazione, caratterizzata da morbosa gelosia, schiaffi, insulti e continue vessazioni, che l’aveva portata ormai a vivere in un stato di costante paura per la propria incolumità e per quella del figlio. La donna ha trovato la forza e il coraggio di rivolgersi all’Arma e ha denunciato le violenze prendendo finalmente le distanze dal proprio compagno e ponendo fine alla loro convivenza. A seguito di indagini, i  Carabinieri hanno così denunciato il compagno all’Autorità Giudiziaria e attivato le procedure del cd. “Codice Rosso” a tutela delle vittime di violenza di genere, che prevedono un intervento immediato dell’Autorità, con la possibilità del collocamento della vittima in una comunità protetta, l’intervento di personale specializzato per fornire supporto psicologico, nonché la comunicazione urgente della notizia di reato all’Autorità Giudiziaria per l’eventuale adozione di misure pre-cautelari e cautelari a carico dell’autore del reato.

Il secondo caso si sviluppa invece nel reventino. L’ex convivente pedinava una giovane ragazza che coraggiosamente ha raccontato tutto ai Carabinieri. In questa circostanza, atti persecutori è il grave reato per il quale un 21enne è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria e sono state attivate anche qui le procedure previste dal “codice rosso”.

Terzo ed ultimo caso di cui diamo contezza si sviluppa nell’area tirrenica della provincia. Una donna veniva aggredita e percossa dal coniuge che le procurava escoriazioni sul corpo. L’intervento immediato dei Carabinieri ha scongiurato qualsiasi conseguenza più grave. In questo caso, come in molti altri, la vittima, dopo aver richiesto l’intervento dell’Arma, non ha inteso formalizzare la denuncia nei confronti del marito, ma è stata comunque indirizzata al centro antiviolenza e sono state attuate tutte le procedure previste dal “codice rosso” anche per il supporto psicologico.

Questi tre casi sono stati riportati con l’intento di suscitare un’onda di sensibilizzazione ed aiutare tante donne in queste condizioni a non sentirsi sole, a capire che la denuncia e la richiesta d’aiuto all’Arma può davvero rappresentare l’unica via d’uscita prima che l’irreparabile possa verificarsi. 

Pubblicato da Redazione

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