Covid19, Lettera di un giovane rientrato da Bergamo. «Ho seguito gli iter. Denunciate chi non lo fa»

Pubblichiamo la lettere divulgata sui social da Tommaso Coppoletta, giovane fuori sede che a Bergamo lavora in una nota società sportiva. C’era anche lui tra i tanti che, nella fatidica notte di sabato hanno deciso di rientrare a casa. In una lettera sui social ha spiegato motivazioni e ragioni che lo hanno spinto a tale gesto.

 

«Colgo l’occasione dei social ad avvisare la gente del mio ritorno in Calabria nella mattina di ieri 8 marzo.

Capisco il disagio emotivo che noi fuori sede al nord abbiamo provocato nel nostro rientro a casa, ma ci tenevo a dare metodi e motivazioni che mi hanno indotto a fare questa scelta valutando alcuni parametri.

1) Lavorando nel mondo della scuola e dello sport a Bergamo, siamo fermi a casa da giorno 22 febbraio. Ho già fatto la mia quarantena di 14 giorni a casa e grazie a Dio sono sicuro di non avere contratto il virus nei giorni precedenti. Quindi ero sicuro di non portare in giro il virus, ovviamente non volevo rischiare a fare danni alla salute della gente e soprattutto dei miei cari.

2) Scendere con un mezzo di trasporto sicuro. Sono sceso in auto da solo, fermandomi due volte per fare rifornimento, ho avuto contatti solo con due benzinai, entrambi a distanza di sicurezza, uno di Firenze e uno di Salerno.

3) Ho una casa al mare, quindi posso usarla come luogo sicuro per rifare la quarantena lontano dai miei genitori.

4) Avere la consapevolezza che una volta sceso fare un’ulteriore quarantena volontaria (anche se l’ho già fatta però per sicurezza, non si sa mai).

Esaminando tutti questi criteri e rispettandoli non procuro nessun danno alle persone. Quindi una volta che ho pensato prima alla gente a non metterla in pericolo, adesso devo pensare anche a me stesso.

Visto che a Bergamo i casi di coronavirus sono in continuo aumento, già da giorni si parlava che rischiava di diventare zona rossa. Come ben sapete dalla zona rossa nessuno può entrare. Io vivendo da solo in una zona ad alto rischio, con ospedali che purtroppo devono fare una selezione a chi accogliere, posso andare incontro a qualsiasi problema (non solo il virus) anche restando a casa. Chi avrebbe pensato a me se malauguratamente mi fosse successo qualcosa, visto che nessuno dei miei familiari avrebbe potuto accedere? Sinceramente questa era una cosa che non mi preoccupava ma sicuramente va preventivata.

La cosa che mi preoccupa di più è che la situazione potrebbe degenerare e anche la Calabria potrebbe diventare una zona ad alto rischio. Se sventuratamente dovesse accadere ciò, io ho a casa due genitori da soli e invece di stare a casa a Bergamo a non fare niente (visto che per il lavoro che faccio è tutto sospeso) posso essergli di aiuto per qualunque cosa, evitando anche di farli uscire per le dovute necessità (avendo 30 anni ho il sistema immunitario più forte del loro che sono over 60).

Pochi giorni fa, prima di scendere ho contattato il numero verde di emergenza per avere delle informazioni/prevenzioni da adottare per scendere in Calabria, non volevo scendere sicuramente come uno sprovveduto. Una volta arrivato, li ho ricontattati e ho fatto la dovuta autodenuncia (sia al numero verde e sia quella online) avvisando loro e il mio medico alla mia quarantena volontaria a casa al mare. Lasciando il mio numero di telefono alle autorità che si occupano di questo caso, sono stato contattato da loro nel pomeriggio avvisandomi che la quarantena non era più volontaria ma obbligatoria! Soluzione che ho trovato estremamente giusta vista la barbarità fatta sabato sera nella stazione centrale di Milano.

Il problema non sta agli spostamenti dal nord a sud, il problema sta come questi spostamenti vengo fatti. Se tutti applichiamo le regole e le giuste precauzioni riusciremo a risolvere il problema prima possibile altrimenti ne pagheremo le conseguenze.

Spero per chi fosse ritornato in Calabria lo abbia fatto per questione di sicurezza e di buon senso adottando le dovute precauzioni visto il periodo delicato e non un modo piacevole per passare le “ferie”.

Data l’ordinanza della Regione Calabria a rispettare la quarantena obbligatoria, non preoccupatevi a segnalare chi non la rispetta, non sarete delle persone spregevoli ma civili.

Se ad oggi vedo persone a più di 20 metri di distanza (i miei genitori che mi lasciano la spesa al cancello e la polizia municipale che fa i giusti controlli), il 21 marzo, quando il mio stato di buona salute sarà ulteriormente comprovato, non preoccupatevi se ci vediamo ad un metro di distanza.

Certo della vostra comprensione, auguro a tutti buona salute e di seguire le direttive nazionali contro la diffusione del virus”.

Pubblicato da Redazione

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