Coronavirus, Come e quando possiamo spostarci da casa fino ad aprile

Un posto di blocco

Il nuovo DPCM varato nella tarda serata di ieri a seguito di una conferenza stampa in diretta televisiva del Premier Conte, sembrerebbe aver nuovamente acceso quella psicosi che sembrava essersi allentata da qualche giorno. La paura di terminare le provviste alimentari ed ogni altro genere di prima necessità avrebbe difatti spinto diversi cittadini, nella notte trascorsa, a recarsi presso i punti vendita ad orario continuato per un assalto agli scaffati totalmente inutile e ingiustificato. Già, perché le nuove disposizioni che mettono in quarantena l’interna nazione hanno effetto obbligatorio di non lasciare la propria abitazione solo per i soggetti affetti da Covid-19, per tutti gli altri cittadini, difatti, la possibilità è concessa anche se in casi del tutto eccezionali e comprovate necessità ed urgenze.

Lo stesso Presidente del Consiglio ha difatti esposto tre soli casi in cui ogni cittadino potrà lasciare la propria abitazioni: motivi di lavoro, necessità primarie o problemi di salute. Tra le necessità primarie vengono, dunque, annoverate, ad esempio, quella di andare a fare la spesa, di recarsi in farmacia o qualsivoglia attività concernente la sfera delle primarie necessità. Ma attenzione! Andare a fare la spesa o qualsiasi altra attività verrà concessa ai singoli soggetti e dunque non agli interi nuclei familiari (esempio: un padre o una madre di famiglia per pagare delle bollette, o fare acquisti di prima necessità o recarsi presso un punto vendita, non dovrà portare con se l’intera famiglia).

L’imperativo è dunque quello di restare in casa. Il DPCM fa riferimento ad un divieto categorico di «spostamenti da e nel territorio», non si discorre dunque se lo spostamento avvenga da regione a regione, da provincia a provincia o dai comuni: non è possibile lasciare le proprie abitazioni per motivi futili.

Agli organi di controllo e alle autorità militari e di polizia viene dunque consegnato un modulo di autocertificazione. Fermati per le strade pubbliche, ogni cittadino, in macchina o a piedi, dovrà giustificare il perché si trovi fuori dalla propria abitazioni ed in caso di falso sarà chiamato a rispondere delle sanzione previste in via generale dall’art. 650 del codice penale con una pena prevista di arresto fino a 3 mesi o l’ammenda fino 206 euro, salvo che non si possa configurare un’ipotesi più grave quale quella prevista dall’articolo 452 del codice penale – delitti colposi contro la salute pubblica – che persegue tutte le condotte idonee a produrre un pericolo per la salute pubblica.

ATTIVITÀ COMMERCIALI

Da stamattina, le attività commerciali, stanno provvedendo ad informare i propri clienti relativamente alle disposizioni vigenti fino al 3 aprile. Ai punti di ristorazione e bar sarà concessa autorizzazione di apertura al pubblico dalle 6.00 alle 18.00 sempre e comunque rispettando tutte le direttive di sicurezza – come la distanza tra i clienti – e le norme igienico-sanitarie. In tanti hanno esposto, all’esterno dei locali, dei cartelli invitando la popolazione a collaborare ed eventualmente a telefonare prima di recarsi sul posto. Chiusi ad effetto immediato tutti i cinema, i teatri, i pub, le scuole di ballo, le sale giochi, le sale scommesse e quelle di bingo, così come le discoteche e locali assimilati.

Pubblicato da Redazione

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