Il riconoscimento di quest’anno ha un significato forte e la decisione di attribuirlo alla famiglia Galeota non è stata di certo così semplice come molti potrebbero pensare. Non perché avevamo dubbi sulla meritevolezza del premio, bensì ci lacerava l’interrogativo sul come poter dire a questi genitori di aver conseguito un premio per il “semplice” fatto – se così possiamo definirlo – di aver accompagnato la propria bambina in un viaggio tortuoso che non ha purtroppo previsto un biglietto di ritorno. Potrebbe, difatti, sembrare una cosa quasi scontata, spontanea, propria nell’indole di ogni genitore ma, abbiamo imparato, che ci sono percorsi diversi per ognuno, decisioni ed avvenimenti che possono cambiare il destino di chi una malattia l’ha vissuta e di chi continua a lottare. Francesco e Francesca li abbiamo meglio conosciuti in questi ultimi di anni e da loro, ogni cittadino di Simeri Crichi, ha imparato a comprendere il significato di termini come forza, coraggio, amore, responsabilità, altruismo, generosità. Abbiamo imparato che una battaglia non la si porta avanti da soli ma è prezioso l’aiuto di chi ci circonda, per non gettare mai la spugna e non dare segni di cedimento a chi in quei momenti ha solo bisogno di un sorriso, di un abbraccio o più semplicemente di un attimo del proprio tempo per giocare e scherzare.
Se la forza è stata la prima ragione di questo premio, la seconda è sicuramente la generosità. La generosità di chi, a pochi istanti dal più duro degli addii, decide di donare le cornee a chi ne necessita e alla ricerca quella materia organica che ha spento un angelo di soli 6 anni. Un gesto come pochi? No, di più. È un gesto talmente raro da commuovere i ricercatori perché, fino ad ora, solamente un altro caso in Italia si era verificato. Ora quella massa è nelle mani degli esperti del Bambino Gesù di Roma e quelle offerte – migliaia e migliaia di euro solo nell’ultimo mese dal nostro paese – verranno impiegate per permettere ai ricercatori di effettuare studi approfonditi su quello stesso male del quale Martina è ora libera.
La terza ragione è alla base di tutto e forgia il titolo al premio di quest’anno: “La lotta contro il peggiore dei mali”. Vi è tanta consapevolezza in merito al fatto che il nostro paese abbia attraversato e stia attraversando un periodo buio, fatto di incredulità e sgomento. Oggi sono sempre più le persone, di ogni età, ad iniziare una battaglia difficile che lascia sempre e comunque spiragli di speranza. Quanti fino ad oggi ci hanno lasciati e quante lacrime Simeri Crichi ha versato per loro? Sembra quasi incredibile ma, oggigiorno, nel nostro paese ed in ogni famiglia, qualcuno sta affrontando con coraggio e determinazione questo male. Abbiamo allora guardato alla famiglia della piccola Martina così come guardiamo a tutti coloro che continuano a lottare, a credere in qualcosa che non è impossibile, con la viva speranza che si ponga un punto definitivo a questo capitolo fin troppo lungo e finalmente l’incurabile si trasformi in curabile per sempre.
Grazie Francesca e Francesco per il vostro esempio.
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🔸 PERSON OF THE YEAR 2019 🔸
“La lotta contro il peggiore dei mali”
«Ritrovarsi catapultati in un nuovo mondo e sapere che
le possibilità di uscirne vittoriosi sono ridotte al minimo.
Trasmettere forza ad una bambina di soli 6 anni
e riceverne tanta da lei stessa.
Contribuire alla ricerca donando quel male a chi,
studiandolo, spera di trovare presto un’adeguata cura.
Sapere di non essere soli in questa battaglia:
un esercito di guerrieri continua a lottare».