Lutto nell’Avis, muore Antonella Cannizzaro: la dolcezza che vivrà in eterno

Antonella Cannizzaro in alcuni eventi promossi da Avis

di FILIPPO COPPOLETTA 

“Per qualsiasi cosa, io ci sono”. Amava ripeterlo Antonella a chiunque incontrasse nel suo percorso. Lo diceva con la sincerità e la bontà d’animo che caratterizzavano in suo agire. Lo diceva perché lo sentiva. Lo diceva perché voleva essere utile, senza secondi fini, senza ricevere nulla in cambio se non la stessa amicizia che lei regalava. Dolcezza, umiltà, il senso continuo di donarsi all’altro. Tutto era così chiaro nei suoi occhi, in un volto genuino che palesava l’animo buono di un essere raro. 

Un infarto, ieri sera, ha strappato Antonella Cannizzaro alla sua famiglia. A 41 anni lascia il suo amato marito Lorenzo e la sua adorata bambina. Lascia una scia di dolore immane tra parenti, amici e conoscenti. 

È arrivata nella nostra comunità in punta di piedi, chiedendo quasi permesso e scusa per essere qui tra noi. Dalla sua amata Scilla, di cui portava fiera l’accento reggino inconfondibile, è arrivata a Simeri Crichi carica di tanta voglia di fare, voglia di aiutare, di rimboccarsi le maniche, quasi a volersi conquistare il suo essere nostra compaesana. Quasi come se noi tutti ci meritassimo davvero di averla. Eravamo noi a doverle dire grazie per essere qui e per averci portato una ventata di gioia, altruismo, amore. Fortunatamente in tanti lo abbiamo fatto. Tante volte l’abbiamo ringraziata per i suoi modi, per le sue maniere cortesi, mai invadenti, rispettose. Un agire scrupoloso, attento a non ferire l’altro, meticoloso nel ricercare un punto di incontro anche quando le idee erano confuse e ci si scontrava per frivolezze. 

Era un pozzo di idee di cui non abbiamo mai toccato il fondo. Era un vulcano in continua eruzione. “Chi si ferma è perduto”. Era instancabile. Arrivata nella locale sede di Avis ha saputo farsi apprezzare e amare per i progetti, gli eventi e le iniziative da lei pensate, costruite e realizzate. Ma non amava mettersi in mostra. Non amava le prime file. Non amava i nomi in grassetto. Il più delle volte la si trovava in terza o quarta fila. Nascosta per non coprire chi lei pensava dovesse starle davanti, quando nessuno più di lei meritava il centro della scena. 

Amava questo paese. Lo sentiva suo e ogni piccola manifestazione di affetto nei suoi confronti la faceva sentire felice. Il sottoscritto ricorda, tra i tanti episodi, quando, inserita in una lista di contatti per un appuntamento in paese, inviò un lungo messaggio di ringraziamento per “avermi considerato tra i membri di questa comunità – scrisse – per me è una cosa importante”. 

Era questa Antonella. Una mamma, una moglie, una zia, un’amica preziosa. Amava la vita, amava la gente che la circondava. Amava la sua piccola Cinzia Rita e andava orgogliosa di ogni suo progresso. Amava i bambini che da qualche tempo avevano  iniziato a frequentare le lezioni di doposcuola che impartiva con tanta pazienza. Amava e si sapeva far amare.

Mai una parola fuori posto, mai un giudizio affrettato, mai un commento cattivo o un pregiudizio. Sapeva che una considerazione distruttiva avrebbe creato danni, lo ripeteva spesso. Lei era per risanare, non per alimentare dissidi. 

Antonella ci lascia a pochi giorni dalla fine dell’anno. A pochi giorni da quel Natale che – mi scriveva negli auguri – doveva essere “la prova superata, la speranza di nuovo accesa”. Sembrava quasi che lo sapesse, sembrava quasi sapesse il destino a cui andava incontro. 

Cara amica mia, per la prima volta ci hai spezzato il cuore e nello sconcerto più totale non riusciamo, non possiamo, non vogliamo realizzare quanto sia accaduto. Nelle lunghe giornate trascorse in sede ci siamo scambiati una miriade di consigli e dritte ma soprattutto tante promesse per un futuro che oggi si sgretola. Molte cose si chiudono oggi, tante altre mi batterò per portarle a termine, lo farò per te e per la fiducia che riponevi in un ragazzo che non dimenticherà mai l’affetto, l’amicizia ed il bene sincero trovato in una persona straordinaria. 

Vola ora. Vola verso quel luogo beato che hai fatto di tutto per meritare e che, ne siamo tutti convinti, sei riuscita a conquistarti meglio di chiunque altro. Buon viaggio Anto. La tua dolcezza, il tuo amore, la tua gioia, vivrà in eterno. 

Pubblicato da Filippo Coppoletta

Direttore responsabile.