È trascorsa poco più di una settimana da quando Simeri Crichi si svegliava in un giorno qualunque di inizio ottobre che sarebbe tristemente divenuto uno dei più difficili e dolorosi degli ultimi tempi. Soli pochi giorni e sembra che sia già passata un’eternità per via di giornate lunghe, fatte di numerose domande alle quali diviene impossibile dare una risposta concreta o comunque plausibile. È inevitabile. Tutto ciò che ci circonda continua a ricordarci anche la più piccola sfumatura della cara Martina, la bimba di soli 6 anni che, dopo 14 mesi di lotta contro un mostro capace di segnare un’intera epoca più di ogni altra guerra, ha riposto le armi senza però essere sconfitta, perché se il suo corpo ha desistito, il suo spirito, i suoi insegnamenti, la sua forza, resteranno vivi in quanti hanno avuto il privilegio di conoscerla e scoprirne un carattere straordinariamente maturo.
Già le migliaia di persone accorse nel piazzale antistante il Municipio nel giorno dei funerali, hanno avuto modo di comprendere come quella spontaneità, quell’educazione, quell’intelligenza e quella dolcezza di Martina, ma soprattutto quella forza immane e quella voglia di continuare con ardire un percorso tortuoso, sia stata trasmessa in tutto e per tutto da due genitori spettacolari, capaci di prendere il coraggio a due mani, farsi strada in un mare di lacrime e chiedere a gran voce di trasformare quel dolore in sensibilizzazione verso il sostegno a quella ricerca che punta a trovare presto una cura ai tumori cerebrali infantili.
Quegli stessi genitori li incontriamo dopo una settimana, all’interno di una casa circondata da giochi, bambole e foto. Manca Martina, ma solo fisicamente. La vediamo nei loro occhi, nei ricordi e nelle parole cariche di emozione.
«Il momento della disperazione è passato» dicono pieni di consapevolezza i genitori della piccola Martina. «Coccolata e assistita con amore da una equipe medica eccellente, sensibile ed attenta, Martina ha lasciato questo mondo nel miglior modo che poteva esserle concesso. Il tutto grazie a medici che hanno compreso ciò che era meglio per lei». Donne e uomini, madri e padri – prima che medici – capaci di intuire quale fosse la cosa migliore da attuare in ogni fase di questo percorso. Il primo ed immenso grazie, da parte di questi due grandi genitori, è dunque rivolto al personale dell’Ospedale Pediatrico “Bambin Gesù” di Roma che mai li ha abbondanti a loro stessi, mettendosi a disposizione della loro piccola guerriera senza mai farle mancare nulla.
C’è tanto stupore nelle parole di questi genitori. Lo stupore di chi si è sentito travolgere da un’ondata di affetto nel periodo più difficile della propria vita. C’è la meraviglia di chi, probabilmente, mai si sarebbe aspettato una simile reazione. Ogni cosa, per mamma Francesca e papà Francesco, sembra essere troppo poco per ringraziare un’intera popolazione che si è mossa in più modi per manifestare il proprio dolore. «Ora, un comune manifesto di ringraziamento non riuscirebbe a racchiudere la nostra gratitudine perché – ci dicono i genitori di Martina – quanto è stato fatto alla nostra piccola è come se lo avessero fatto a noi».
Con la voce rotta dal dolore, riaffiorano i ricordi di quegli ultimi attimi passati insieme alla loro piccola. Ritorna la sua forza di volontà e quell’incredibile capacità di nascondere la sofferenza per dare forza a chi la circondava. «In questi 14 mesi abbiamo cercato di pianificare ogni cosa – ci rivela Francesco – ero quello che sempre si faceva avanti per ricevere dai dottori le notizie peggiori, cercando di riportarle nel modo più giusto e discreto a mia moglie ed a quanti costantemente chiedevano aggiornamenti». Se c’è una cosa, però, che Francesco ci dice di non aver mai pensato di dover programmare, quella cosa è il funerale della sua principessa. Mai nessun genitore dovrebbe sentire una simile esigenza e per quanto forte e consapevole di ciò che il futuro avrebbe serbato a Martina, questo padre esemplare si è trovato dinanzi una realtà talmente strana da sembrare impossibile.
«Rientrati in paese – ci raccontano – ci sentivamo stranamente in un’aria di festa. Per quanto le lacrime scendevano a fiumi, non sembrava che tutta la gente radunata fosse lì per partecipare ad un funerale. Probabilmente eravamo noi ad immaginarla come una festa – affermano – perché è quello che Martina avrebbe davvero voluto». In un clima di raccoglimento ed indescrivibile silenzio, nella commozione della folla, questi due genitori hanno avuto modo di scorgere la generosità d’animo di chi riempiva la piazza. «Sembrava che tutto si fosse annullato, che non importavano più litigi tra amici e famiglie, conoscersi o meno con chi era al proprio fianco, tutti erano uniti dalla nostra Martina. Non avremmo mai pensato che nostra figlia, una bimba così piccola, potesse smuovere tutto questo affetto».
Tra una frase e l’altra, Francesco e Francesca si guardano chiedendosi come possano ringraziare quanti hanno manifestato anche il più piccolo gesto di vicinanza. «Non ha prezzo quello che avete fatto – evidenzia Francesca – tutto questo rimarrà per sempre nel mio cuore insieme ad ogni ricordo di Martina». Un pensiero speciale va comunque a quei “compagni di squadra” con le magliette bianche su cui era impresso il volto solare e sorridere di Martina. «Mi costerà faticare portare avanti qualsiasi cosa senza lei al mio fianco – ci dice mamma Francesca – ma farò di tutto per quei ragazzi e per quanti erano lì presenti: quello che avete fatto a Martina è stato straordinario». Ad associazioni, enti, gruppi, colleghi, semplici cittadini ed amici va il pensiero di infinita riconoscenza e gratitudine di questi genitori, che hanno visto nella presenza di ognuno, l’amore sincero ed incondizionato per Martina.
Da tutto questo, Francesca e Francesco, ci dicono di aver imparato che «nulla è scontato nella vita» invitando ad apprezzare ogni singola gioia e quanto la vita ci dona ogni giorno. Infine, il loro grazie va a coloro che si stanno adoperando per le raccolte fondi a sostegno dei progetti promossi dall’Associazione Heal. «C’è bisogno dell’aiuto di tutti – ci dicono in chiusura – non vada perduta la battaglia di Martina. Facciamo in modo che la sua storia diventi fondamentale per mettere un punto a questo straziante elenco».