Dolore nella comunità di Simeri Crichi: si è spento l’artista Pepè Patamia

L’artista Pepè Patamia

In un giorno di festa per il paese in occasione delle celebrazioni della Cona, una notizia porta tanta tristezza e dolore nella comunità di Simeri Crichi. Si è spento all’età di 69 anni, uno tra i più noti ed apprezzati artisti, un vero maestro della pittura. Giuseppe Patamia, per tutti semplicemente Pepè, ha lasciato un segno indelebile in questa comunità grazie alla padronanza del pennello, dei colori, all’arte e alla passione che riversava su delle tele che diventavano autentici capolavori. Un uomo umile, mite, cordiale. E solo chi ha avuto il piacere di conoscerlo può sapere come queste non siano le solite parole di circostanza, ma caratteri che contraddistinguevano la sua persona.

Da tempo l’artista si era ammalato ma solo nelle ultime ore la situazione è diventata maggiormente critica, tale da strapparlo improvvisamente via all’affetto dei suoi cari.

La sua passione per l’arte la coltivava con impegno e dedizione, passione nata sin da giovanissimo, quando iniziò a dipingere all’età di soli 15 anni e da lì non ha più smesso. “La mia pittura è cambiata nel tempo, non so se in meglio o in peggio” ci diceva nel corso di un’intervista rilasciata ai nostri microfoni nel dicembre del 2019, mentre presentava la sua mostra d’arte all’interno del centro storico del paese, in occasione del Presepe Vivente.

Pepè nei suoi dipinti portava se stesso, i suoi sentimenti, le sue sensazioni, il suo vissuto. “Cerco di rappresentare il mio presente, la storia di tutti i giorni, i flash del mio passato e guardando un quadro riesco a ricordare, ad esempio, la musica che ascoltavo all’epoca, cosa pensavo, anche ciò che mangiavo” ci spiegava. 

La sua firma la si può trovare in tante ed importanti opere. Tra queste primeggia sicuramente l’imponente dipinto raffigurante la chiesa madre ed il corso cittadino che adorna la sala consiliare del Municipio. Indimenticabile anche il suo estro creativo nel ridipingere l’intero centro storico in occasione del Presepe Vivente.

Per Pepè non era difficile dipingere. Lo faceva perché sentiva di farlo, perché amava farlo. “Il difficile non è dipingere, viene spontaneo, automatico ormai, difficile è invece pensare al dipinto, la famosa ispirazione esiste e se non c’è, la tela resta bianca. Va colta subito, altrimenti passa e non la ritrovi più”.

Questo artista resterà impresso nella storia del paese e i suoi quadri testimonieranno la grandezza racchiusa in quest’uomo. Oggi chissà dove sarà Pepè a dipingere, ma abbiamo una certezza che lui stesso ci rivelò: “Il quadro migliore è sempre quello che farò domani”. Noi lo aspetteremo ancora.

L’INTERVISTA

Pubblicato da Filippo Coppoletta

Direttore responsabile.