Il vaccino viene immediatamente prelevato dal flaconcino e somministrato al volontario? Se fino ad oggi avete pensato che fosse così vi sbagliate. Nella mattinata di ieri, le telecamere della Gazzetta, hanno difatti raggiunto l’ambulatorio medico della dott.ssa Fazio per scoprire come avviene la preparazione della dose di vaccino che sarà poi iniettata ai volontari. Ad attenderci nello studio, l’infermiere in pensione Rosario Coppoletta, che ieri ha fornito assistenza alla dott.ssa Fazio per la preparazione dei vaccini.
Seguendo le procedure emanate dall’Aifa, Coppoletta ci spiega come i flaconcini vengano conservati e congelati ad una temperatura compresa tra i -90°C e i -60°C. Una volta estratto dal congelatore, il vaccino chiuso può essere conservato prima dell’uso fino a 5 giorni a una temperatura compresa tra 2 °C e 8 °C, e fino a 2 ore a una temperatura non superiore a 30 °C.
Terminato lo scongelamento, prima di iniziare la diluizione, bisognerà capovolgere il flanconcino per una decina di volte (senza agitarlo troppo). Inizierà quindi la diluizione all’interno del flaconcino originale con 1,8 mL di soluzione iniettabile di sodio cloruro da 9 mg/mL (0,9%), utilizzando un ago calibro 21 (o più sottile) e adottando tecniche asettiche. Dopo la diluizione, il flaconcino contiene 2,25 mL, dai quali è possibile estrarre 6 dosi da 0,3 mL.
La dose di vaccino viene quindi somministrata per via intramuscolare dopo diluizione come ciclo di 2 dosi (da 0,3 mL ciascuna) a distanza di almeno 21 giorni l’una dall’altra. La sede preferita è la regione deltoidea del braccio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA