RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO | Nota stampa a firma di un gruppo di genitori della scuola dell’infanzia dei plessi di Simeri Crichi e Roccani.
Dalla quotidianità che si sta vivendo, nasce l’esigenza di dare voce ad una piccola “comunità nella comunità” cioè la Scuola dell’Infanzia che pur non essendo scuola dell’obbligo è un momento prezioso di crescita e un servizio importante per le famiglie. Anche i piccoli utenti fascia 3/6 anni hanno esigenze e richieste da manifestare. Dar loro una “voce” è dovere di noi genitori.
«Ho difficoltà a credere che questo Comune oggi abbia il reale controllo degli istituti scolastici del comprensorio – scrive Antonella Rocca, una madre in rappresentanza dei genitori – Vedo container provvisori rimasti definitivi, vedo bambini accampati e disabili dimenticati, vedo insegnanti sovraccarichi di responsabilità per non interrompere il filo comunicativo con i ragazzi. Ho difficoltà a credere che la scuola sia un luogo sicuro, e non parlo solo di Covid.
Per professione faccio l’architetto e mi occupo anche di sicurezza sui luoghi di lavoro ma non vedo le scuole di Simeri Crichi dei luoghi sicuri, non vedo il controllo tempestivo e non vedo la soluzione veloce delle criticità. Praticamente guardo la scuola di Simeri Crichi e vedo un ponteggio non a norma con gli operai che ci lavorano sopra, alcuni anche senza casco. Manca quel “direttore di cantiere” che faccia da legante tra committenza e operaio! Vedo problemi strutturali, funzionali, distributivi, fisici, termici e gestionali. Oggi vedo anche il rischio Covid e nessuna soluzione se non quelle adottate dagli instancabili insegnanti. Da settembre lascio mia figlia a scuola ogni mattina, la stessa scuola che ha visto me negli anni ‘80, anzi no è peggio della scuola che ha visto me negli anni ‘80. Mia figlia sta frequentando una scuola che è peggio di come io l’ho lasciata, di nuovo vedo solo i metodi didattici ma non vedo sistemi innovativi, non vedo nulla che mi possa far stare tranquilla.
Mi siedo ogni mattina sul primo gradino della scala d’ingresso a scrivere appunti per cercare soluzioni migliorative da suggerire ad un dirigenza sorda e ormai lontana da noi con la speranza che almeno il mio comune faccia qualcosa. Vedo bandi, fondi, progetti, possibilità, iniziative e li vedo bypassare Simeri Crichi come se qui non esistesse più nessuno. Non si possono spendere soldi, non si possono promuovere iniziative, pertanto dirò a mia figlia, che ha soli 3 anni, che viviamo in un paese dormitorio e la cosa migliore che c’è è solo l’aria pulita!
Oggi anche a Simeri Crichi “c’è il Covid”, come semplicisticamente si dice ma io vedo un continuo rischio procurato e nessuna soluzione di mitigazione del rischio.
Per una piccola comunità è già difficile rimanere al passo con gli sviluppi dell’epoca moderna, però noi genitori ce la mettiamo tutta per permettere ai nostri figli di restare “connessi”. Chiedo ai dirigenti locali, oggi Commissari del Comune di Simeri Crichi, di non interrompere il filo che ci tiene legati alla realtà “moderna” perché la cultura è il primo gradino verso lo sviluppo e di fare il possibile per migliorare quel poco che un tempo funzionava.
Un conto è la legalità dell’agire, un conto è la tempestività nel dare risposte in emergenza. Le emergenze sanitarie, le emergenze strutturali, le emergenze in genere vanno in deroga ai tempi della burocrazia. Da cittadina e da genitore mi aspetto che non si interrompa la crescita del mio comune, della mia scuola, del mio territorio. Mi aspetto impegno e anche reale ascolto».