Rissa al campo, la Life racconta tutto: «noi responsabili di aver risposto alla violenza»

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa della “Life Simeri Crichi”.

A qualche giorno di distanza dall’accaduto ed a mente fredda, ci sembra corretto e doveroso portare luce su una vicenda che ci ha visto spiacevolmente coinvolti nella prima partita di ritorno giocata tra le mura di casa la scorsa domenica. Scene che mai avremmo voluto vedere, vivere e raccontare, scene che non si addicono minimamente ai valori che la nostra società, dal 2017, continua a portare avanti nei suoi giocatori, tra i membri della dirigenza e della società tutta. In due anni di attività non c’era mai capitato di trovarci dinanzi scene di una violenza inaudita dove non possiamo che ammettere la nostra responsabilità nel non essere stati capaci di sopprimere la rabbia scaturita da aggressioni gratuite e senza alcun fondamento.

Quella contro il Palermiti doveva essere una tranquilla partita di terza categoria, una partita da vincere per mantenere una posizione sudata e conquista dall’inizio di questo nostro secondo campionato. Vincere ma con lealtà, correttezza e sportività, valori che in due anni dalla fondazione della nostra squadra, non sono mai mancati poiché intrinseci ad ognuno dei componenti: dal più giovane dei giocatori al più adulto membro della dirigenza.

In due anni siamo riusciti, con grande orgoglio, a raccogliere apprezzamenti e stima da ogni società coinvolta nel campionato. Per ogni partita in casa, a prescindere dal risultato conseguito, non abbiamo mai fatto mancare il c.d. “terzo tempo”: momento in cui abbiamo lasciato alle spalle ogni evento sviluppatosi sul terreno di gioco per dare spazio a complimenti reciproci per le prestazioni, a grosse risate e prese in giro per qualche gaffe commessa, per scattare foto, registrare interviste e abbracciare i tanti amici di vecchia data appartenenti alle squadre avversarie.

Fuori casa abbiamo sempre dimostrato correttezza e rispetto nei confronti di chi ci ospitava: mai un danno, mai una lamentala, mai promotori di risse o pestaggi. Che il benvenuto nei nostri confronti sia stato eccellente o distaccato, non lo abbiamo mai fatto pesare ma siamo andati in ogni dove per giocare a calcio, perché questa è l’intenzione che ognuno di noi si è prefissato dagli inizi. L’obbiettivo promozione è sempre stato per noi una conseguenza alla costanza negli allenamenti e all’amore verso il sano sport e quella maglia che indossiamo ogni maledetta domenica. Vincere resta sicuramente – come in ogni competizione sportiva – la cosa che più di ogni altra conta, ma vincere non solo come risultato finale, ma anche e soprattutto come uomini prima che calciatori.

Esaurita questa premessa, la quale, per la maggior parte delle società che ci hanno incontrato, conoscendoci, non rappresenterà di certo una sorpresa, vogliamo ora chiarire quanto accaduto domenica 17 febbraio.

Siamo stati più volte accusati di aver premeditato ogni cosa e di essere giunti a questa dodicesima giornata di campionato con l’intenzione di scatenare quanto accaduto. Ciò che allora ci chiediamo è questo: come si può pensare una cosa del genere se nella partita di andata (prima partita del campionato 2018/19 con una società a noi sconosciuta), nulla è accaduto da parte di entrambe per poter attuare quella che, per i nostri avversari di domenica, sembrerebbe essere stata una vera e propria vendetta? In base a cosa dovevamo stipare un comportamento ostile nei confronti del Palermiti? Ci viene allora spontaneo, girare questa domanda a chi questa stessa si è posto: la voglia di vincere a tutti i costi, causando molteplici falli ai danni dei nostri ragazzi e aggredendo anche chi cercava di riportare la pace, non sarà stata mica un’azione premeditata per far scaldare gli animi in campo e provocare un vergognoso evento come quello a cui abbiamo dovuto assistere?

Quando in una categoria come questa si sviluppano situazioni di questo genere, molti affermano “questa è la terza categoria”. Per noi non è così e se questa DEVE essere la terza categoria allora non possiamo perseguire un campionato dove i valori dello sport e la lealtà tra due compagini deve, per forza, venire meno. Ma sappiamo bene che questo è il pensiero solo di chi ama portare liti e negatività in uno sport tanto bello quanto affascinate come il calcio.

A partita sospesa, lo scempio, a cui hanno dovuto assistere, con nostro grande dispiacere, i tanti tifosi presenti, tra cui bambini e giovani amanti del vero calcio, non si è placato. Nonostante il sopraggiungere delle Forze dell’Ordine – che vogliamo ringraziare per la loro presenza e la sicurezza garantita a giocatori e tifosi – la rabbia di chi si ritrovava nostro ospite non si è rabbonita ed è proseguita con frasi indecorose ed irrispettose nei confronti dei Militari dell’Arma presenti, ammirevoli per la pazienza e la calma dimostrata nel richiamare chi ha minimizzato la loro presenza (nonostante fosse stata da loro stessi richiesta). Ma il tutto non si è fermato a frasi urlate fuori dagli spogliatoi, ma è proseguito anche all’interno di quest’ultimi dove, chi li occupava, ha ben pensato di distruggere i lavandini presenti, staccare le tubature degli orinatoi e disperdere le chiavi delle porte di accesso. Un danno immane ad una struttura di proprietà pubblica, non della Life Simeri Crichi. Una struttura utilizzata anche da altre realtà del territorio: su tutte la scuola calcio del paese che annovera bambini che, dai primi calci, arrivano ad essere il ricambio generazionale della nostra società. Bambini che oggi potranno usufruire di un solo spogliatoio.

Restiamo ora in attesa del responso del giudice sportivo, un responso sicuramente pesante, che ci troviamo, nostro malgrado, costretti ad accettare per la prima volta dalla nascita della Life, assumendoci la responsabilità – come già scritto – di non essere riusciti a tenere a freno la volontà dei nostri ragazzi di proteggere un compagno in difficoltà. Continueremo a giocare questo campionato con i valori di sempre, quegli stessi valori tramandati da chi ci ha preceduto ed il cui nome è impresso sul collo delle nostre maglie. Continueremo a giocare per regalare gioie e sorrisi ai nostri tifosi, soprattutto ai più piccoli. Continueremo a giocare con la speranza di riconquistare la stima e l’affetto del nostro paese e delle squadre del nostro girone, sentimenti venuti meno dopo essere stati coinvolti in un evento che resterà scritto per sempre in una delle pagine più buie della storia del calcio cricaro.

Uff. Stampa “Life Simeri Crichi”


 

       ARTICOLI PRECEDENTI:

Pubblicato da Comunicato Stampa

Comunicato Stampa