Grande partecipazione e senso di comunità ieri sera nel piazzale antistante la chiesa “Santa Maria di Acquaviva” a Simeri Mare. Tanti i fedeli ed i residenti locali accorsi per prendere parte alla presentazione del progetto che darà vita, nella zona marittima di Simeri Crichi, al nuovo ed oramai necessario Complesso Parrocchiale nato dalla mente dell’ingegnere Massimo Conte che ha illustrato ai presenti le peculiarità riguardanti ogni aspetto strutturale ed architettonico di un edificio moderno che guarda però con attenzione e meticolosità ad elementi storici e religiosi, restituendo un progetto di grande impatto ecclesiastico.
All’evento, hanno portato i propri saluti colmi di entusiasmo, la vicesindaco di Simeri Crichi, Giusy Pugliese ed il responsabile dell’Ufficio Diocesano per l’Edilizia di Culto, don Rino Grillo. Straordinaria ed importante ai fini di un supporto concreto e di quella vicinanza che mai deve mancare nelle piccole comunità parrocchiali, è stata la presenza dell’Arcivescovo Metropolita di Catanzaro-Squillace, Monsignor Claudio Maniago.
La necessità di dotare la comunità di Simeri Mare di un adeguato luogo di culto che funga anche da centro unificante per tutto il comprensorio che abbraccia Simeri Mare, Roccani e Apostolello, è stata sottolineata dal parrocco della comunità, don Nicola Rotundo che ha parlato di “una incontrovertibile priorità da lungo tempo”, guardando ad una zona a forte espansione demografica.
Il progetto illustrato prima dal Rup, ing. Tito Arno e poi dal progettista Conte, ha partecipato e vinto negli scorsi mesi il Concorso Nazionale indetto dall’Ufficio Nazionale per i Beni Ecclesiastici e l’Edilizia di Culto promosso dalla CEI, contenendo tutti quei “desiderata” espressi nelle fasi preliminari. Il patrono del nuovo Complesso Parrocchiale sarà l’unico Santo originario del paese, San Bartolomeo da Simeri.
“Questo complesso parrocchiale non sia un semplice contenitore, ma una casa dove si abita bene facendo così da traino per il bene dell’intera comunità affinché questa zona cresca e si realizzi sempre più come una zona attenta alle persone che qui abiteranno e rispettosa di questo bellissimo ambiente circostante”. Le parole che l’Arcivescovo ha affidato alla comunità. “Oggi abbiamo un sogno concreto davanti agli occhi – ha aggiunto – si tratta ora di portare avanti questo sogno e farlo diventare realtà, un impegno che coinvolge tutti: autorità, tecnici, imprese ma il protagonista principale sarà la comunità, voi dovrete custodire e controllare i lavori, con l’attenzione del vostro cuore” ha detto Monsignor Maniago.
Illustrata l’idea progettuale, inizierà ora a prendere corpo il progetto esecutivo e le altre fasi di approvazione e edificazione. L’importo dei lavori è di circa 5 milioni di euro, finanziato per il 75% dai fondi provenienti dall’8×1000 che destinerà la Conferenza Episcopale Italiana grazie alla vittoria del concorso. Il restante 25% sarà dunque a carico della comunità con il supporto delle istituzioni locali nonché della Diocesi.
“Oggi la comunità di Simeri Mare marca una data importante: quella in cui si ha la certezza che l’edificazione avverrà certamente, con i relativi tempi tecnici e possibili imprevisti da tener sempre in considerazione – ha affermato il parroco don Nicola Rotundo – La presenza del responsabile dell’Ufficio Diocesano per l’Edilizia di Culto d. Rino Grillo e quella dell’Arcivescovo Metropolita di Catanzaro-Squillace Mons. Claudio Maniago, sono segno tangibile dell’impegno che sarà profuso per giungere a completare l’opera”.
IL PROGETTO
La proposta del gruppo coordinato dall’Ing. Massimo Conte non solo accoglie con puntualità le indicazioni formulate a seguito del dialogo tra i delegati del CLI Lab e la comunità, ma anche indica con stringata chiarezza il percorso attuativo che porterà per fasi a erigere il nuovo complesso parrocchiale e a sostituire l’attuale chiesetta.
Si nota anzitutto che la nuova chiesa non emerge con forza come elemento caratterizzante dell’insieme ma risulta integrata nel complesso, pur risultando quale culmine e meta dei percorsi che lo intessono. In tal modo chiesa e complesso parrocchiale si presentano come un tutt’uno, pur dotato di scansioni e soglie che demarcano la gerarchia dei diversi luoghi.
La “facciata” maggiormente significativa risulta essere l’apertura del porticato che si pone come asse portante dell’insieme e luogo lungo il quale si dispongono tutti i corpi di fabbrica che lo compongono: è questa la porta che segna un graduale passaggio dal mondo profano agli spazi del centro parrocchiale.
Il porticato si sviluppa da nord-nordovest (dov’è ubicato il parcheggio) verso sud-sudest seguendo un percorso leggermente angolato rispetto alla strada che separa il centro parrocchiale dall’abitato. Alla fine del porticato è posto un campanile le cui dimensioni, peraltro cospicue, non risaltano poiché è più basso rispetto alla chiesa, al cui lato di sinistra si accosta.
All’imboccatura il porticato si propone come soglia presentando una copertura più elevata, a mo’ di portale, retta sul lato sinistro da un setto verticale che origina, nell’incontro col piano orizzontale, una croce i cui semibracci sono scanalati a mezzo, proprio come lo sono i bracci della croce che attraversa verticalmente il fronte della chiesa alla quale conduce il porticato stesso.
Alla sinistra di tale porticato sono disposti i diversi edifici parrocchiali: a partire dalle aule per il catechismo per finire, vicino alla chiesa, col salone polifunzionale.
Lungo il percorso porticato si incontra, a sinistra, anzitutto uno slargo chiamato “Giardino dei Piccoli” adatto al gioco e prodromo delle aule parrocchiali; più avanti, sulla destra, la “Piazza dei Quattro Evangelisti”, di grandi dimensioni e adatta a ospitare l’assemblea per le celebrazioni all’aperto più numerose alle quali il sagrato non basterebbe; infine, ancora più ampio, il sagrato, sulla sinistra del quale, come continuazione del porticato, si trova un’ampia pensilina. Questa copre l’accesso al centro parrocchiale per chi vi giunge a piedi dall’abitato. Grazie alla composizione dei piani verticali e orizzontali, questo, che è l’accesso principale, si presenta come un vero e proprio portale, segnato sul lato da una croce, anch’essa di fattura identica a quella posta sul fronte della chiesa.
Tale spazio porticato, a sinistra del quale si trova il castello delle campane, costituisce il luogo baricentrico che articola il complesso.
Il fronte della chiesa è segnato orizzontalmente da un’ampia pensilina, e in alto è attraversato verticalmente dalla vetrata contro la quale poggia la croce. Il portone principale, di identica ampiezza della vetrata superiore, si presenta come il basamento di questa. Sulla sinistra del fronte, uno spazio aperto accoglie l’acqua del battistero.
Il volume della chiesa è organizzato con pareti interne svasate e aperture perimetrali che comunicano con la copertura piana, ribassata rispetto alle pareti laterali così da consentire l’afflusso indiretto della luce dall’alto e la circolazione dell’aria per la ventilazione naturale dell’ambiente.
Ma quel che maggiormente risalta all’interno è l’apparato artistico in bronzo scolpito che sovrasta la pedana dell’altare e ricopre la parete di fondo. L’elaborazione delle sue superfici le rende vibranti ed eloquenti nella figura dell’annuncio della resurrezione che traspare sul fondo, mentre più in alto campeggia imponente il crocifisso, che risalta contro una trama incisa e luminescente.
Un’ampia apertura sulla parete di sinistra consente di osservare la custodia eucaristica nella cappella laterale.
La parete di destra è scandita da setti verticali tra i quali, a due a due si allineano le formelle che segnano la Via Crucis. La vetrata che illumina questo lato guarda sul Chiostro degli ulivi, attorno al quale si dispone la casa canonica che risulta in diretta comunicazione con i locali dell’ufficio del parroco e della sacrestia, posti dietro la parete di fondo della chiesa.
Le opere d’arte sono tutte intese come parti eloquenti dell’architettura. E, come il grande apparato che come gli antichi retabli segna il luogo dell’altare, sono elaborate in rame con trattamenti di superficie differenziati così da ricavare varie risonanze tonali nei diversi luoghi liturgici (quali il paliotto d’altare, il fronte dell’ambone, il tabernacolo); sulle pareti della cappella eucaristica sono previste pitture murali.
Il cronoprogramma per l’edificazione del complesso prevede che i locali della casa canonica e quelli dei servizi parrocchiali siano i primi a essere completati; il salone polifunzionale potrà ospitare le celebrazioni liturgiche una volta che sarà stata smantellata la chiesetta attuale e sino a quando non sarà pronta la nuova chiesa prevista dal progetto.
Si tratta di un progetto in cui risalta la semplicità delle linee: vi si nota il rifiuto di una ricerca puramente formale a vantaggio dell’efficacia nella distribuzione degli spazi. Ma proprio da tale efficacia, unita all’opportuna collocazione dei segni caratteristici dei luoghi liturgici e di servizio parrocchiale, nasce la capacità di essere eloquente, coinvolgente, convincente.
Coordinatore del gruppo di lavoro: ing. Massimo Conte
Componenti gruppo: ing. Vincenzino Zaccagno, arch. Valerio Zaccagno, ing. Antonello Bottone, ing. Carmine Mascolo
Artista/i: M° Paolo Soro e M° Annamaria Trevisan
Liturgista: don Oreste Stincone