ROMA – Sono circa quattromila i sindaci di piccoli Comuni riuniti da Poste Italiane per la seconda edizione di “Sindaci d’Italia”. Nell’enorme sala congressi sotto la ‘Nuvola’ di Fuksas di Roma, il colpo d’occhio è d’effetto: con la fascia tricolore, in migliaia, i sindaci affollano una platea che rappresenta il Paese, il territorio, la ‘periferia’ dei piccoli comuni per un confronto con l’azienda ma anche con il ‘centro’ politico del Paese. Il Governo è presente con il premier Giuseppe Conte e i ministri Gualtieri, Boccia, Catalfo, Provenzano, Pisano, Franceschini, oltre a Nicola Zingaretti come presidente della Regione Lazio. All’inizio della convention, ed all’ingresso degli ospiti del Governo, applausi ma anche qualche fischio.
Tra la moltitudine dei sindaci presenti in sala anche il primo cittadino di Simeri Crichi, Pietro Mancuso, insieme al “vicino di casa”, Mario Amedeo Mormile, alla guida del comune di Soveria Simeri.
«Nei piccoli Comuni – ha evidenziato il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte – abita circa il 16% della popolazione italiana, sono 10 milioni di persone. I piccoli Comuni sono un deposito di preziose testimonianze artistiche e culturali e sono ancora oggi centro propulsivo di attività economiche e produttive”. “E’ importante sottolineare come i piccoli Comuni hanno tantissimi problemi, sono a rischio spopolamento ma danno un forte contributo alla realtà nazionale e all’eccellenza italiana».
Ai Sindaci è arrivato anche un messaggio del capo dello Stato. «Le sempre più rapide trasformazioni economiche e sociali presentano rischi di varia natura per la qualità della vita delle popolazioni dei piccoli comuni italiani, talvolta mettendo persino in discussione il loro equilibrio vitale, per questo – ha affermato Mattarella nel suo messaggio – accolgo con rinnovato interesse la seconda edizione dell’iniziativa che riunisce oggi, in progetti condivisi, una grande azienda come Poste italiane e migliaia di sindaci di piccoli Comuni». L’impegno a mantenere i presidi essenziali nelle comunità più piccole, nelle aree interne, montane e insulari, tra le prerogative evidenziate dal capo dello Stato, particolarmente soffermatosi sul fattore meritorio «che non risponde soltanto ad un elementare dovere di unità nazionale, bensì consente di mettere a frutto risorse altrimenti abbandonate e infruttuose e di curare la salute dei territori, condizione di sviluppo sostenibile».
Testo: Ansa.it