Con un post pubblicato sulla pagina Facebook denominata “Giustizia per Francesco Rosso”, quella pagina aperta tre anni fa per tenere costantemente aggiornati amici e conoscenti del povero Francesco, sullo sviluppo delle indagini e per evitare che potesse calare un velo di indifferenza sulla tragedia, la stessa famiglia del giovane macellaio ucciso a Simeri Mare, ha voluto rendere note alcune dichiarazioni in merito alle molteplici informazioni divulgate sui mezzi di stampa a seguito dell’arresto di ieri dei presunti mandanti dell’omicidio.
«Ci teniamo a precisare che, i sentimenti di invidia e gelosia e l’odio covato in questi anni si sono verificati solo da parte dell’attuale mandante dell’omicidio di Francesco – precisano i familiari di Rosso – Nell’excursus che vede protagoniste le due famiglie non risulta che la famiglia di Francesco ed in particolare il papà abbia mai fatto un torto a questo individuo».
Gli episodi a cui i Rosso fanno riferimento, sono senza alcun dubbio quelli avvenuti nel 1999 e nel 2003, gli stessi episodio citati nella conferenza stampa di ieri dal Comandante della Compagnia dei Carabinieri di Sellia Marina, Alberico De Francesco:
«Nella lite del lontano ’99 – scrivono ancora su Facebook i parenti di Rosso – il papà di Francesco si trova davanti una situazione totalmente arbitraria e violenta e si vede costretto ad interagire con questo criminale in quanto, di punto in bianco aveva abusivamente recintato un terreno che non era suo. Evangelista (il Russo arrestato ieri) invitato a spiegare cosa stava facendo, ha picchiato la mamma di Francesco, il nonno e lo zio. Antonio Rosso (il papà di Francesco) alla visione dei familiari per terra ed in pericolo di vita, si trova costretto ad agire in loro difesa, colpendo Evangelista».
A tale episodio, la famiglia, aggiunge inevitabilmente quello verificatosi tre anni dopo (nel 2003), quando l’imprenditore Evangelista Russo, si recava in un bar vicino casa, alla presenza di clienti, facendo esplodere più colpi di pistola. Episodio che fece pendere sul Russo un’iniziale accusa di tentato omicidio nei confronti di Antonio Rosso, poi rigettata:
«Il tentato omicidio – specifica la famiglia Rosso – non si è consumato soltanto perché il papà di Francesco è stato attinto ad un braccio e di striscio all’addome, e perché la pistola si è inceppata, altrimenti Evangelista aveva già voluto uccidere Antonio Rosso».
Nessuna vendetta, dunque, secondo le dichiarazioni rese pubbliche dalla famiglia della giovane vittima. «Francesco e la sua famiglia non hanno mai aizzato e mai più interagito con questo – concludono – È morto un ragazzo innocente che faceva parte di una famiglia per bene».
Scioccanti, inoltre, le immagini del servizio girato dalla trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?” a pochi giorni da quel 14 aprile 2015, in cui viene intervistato proprio Evangelista Russo, il vicino di casa di Francesco, ora in carcere con l’accusa di essere il mandante dell’omicidio. Ecco il video condiviso sui social dai parenti di Francesco.