Luigi Talarico e Alessio Zangari del Gruppo Uniti per Simeri Crichi; Giuseppe Canistrà e Massimo Nicola Talarico del Gruppo Simeri Crichi nel Cuore nella loro qualità di consiglieri comunali del Comune di Simeri Crichi comunicano di aver chiesto la convocazione di un Consiglio Comunale acquisita al protocollo numero 10170 del 2.7.2024 formulata da un quinto dei consiglieri comunali sul seguente argomento: “Istituzione della conferenza dei capogruppi ai sensi dell’art. 16 comma 2 dello statuto allo scopo di fornire adeguata e preventiva informazione”.
«Si giova premettere – scrivono i consiglieri – che gli scriventi rappresentano un quinto dei consiglieri comunali e che in epigrafe è indicato l’argomento da mettere in discussione in Consiglio entro 20 giorni dalla richiesta con idonea motivazione».
«Altresì – aggiungono – si segnalava che ciò necessita per verificare ed accertare nella conferenza dei capogruppi che sia rispettato, oltre che la normativa vigente, lo specifico obbligo previsto dallo Statuto Comunale all’art. 2 comma quinto punto k di garantire lo svolgimento dell’attività amministrativa secondo criteri di trasparenza, imparzialità, efficacia, efficienza, rapidità ed economicità delle procedure nonché dal comma nove di assicurare la trasparenza e l’imparzialità dell’azione amministrativa, nonché un’organizzazione della struttura diretta a realizzare, secondo i criteri di efficacia ed economicità, l’efficienza degli uffici e dei servizi, individuando la responsabilità degli organi e del personale».
Pertanto gli scriventi chiedevano quindi che entro 20 giorni venga tenuto un Consiglio Comunale con il seguente ordine del giorno: “Istituzione della conferenza dei capogruppi ai sensi dell’art. 16 comma 2 dello statuto allo scopo di fornire adeguata e preventiva informazione”.
«Il Presidente del Consiglio – scrivono i consiglieri – inspiegabilmente e con una nota, a parere degli scriventi, dilatoria rispondeva con nota del 16.7.2024 pec del 18.7.2024 affermando che aspettava copia della proposta deliberativa.
Richiamati pareri del Ministero e giurisprudenza si contesta la mancata convocazione evidenziando che sul potere del Presidente del Consiglio si rileva che sia il Ministero con più pareri sia la giurisprudenza hanno sempre stabilito che: in ambito del potere di verifica che compete al Presidente del Consiglio Comunale, qualora venga richiesto di convocare il consiglio da parte di un quinto dei consiglieri, “al Presidente del Consiglio Comunale spetta soltanto la verifica formale che la richiesta provenga dal prescritto numero di soggetti legittimati, mentre non può sindacarne l’oggetto, poiché spetta allo stesso consiglio nella sua totalità la verifica circa la legalità della convocazione e l’ammissibilità delle questioni da trattare.
Non vi è dubbio – aggiungono ancora – nel caso di specie che quattro consiglieri rappresentano oltre un quinto (4 su 12 + il Sindaco) e pertanto effettuata la verificail Presidente del Consiglio era obbligato a far tenere il Consiglio entro 20 giorni dalla richiesta.
Sulla richiesta di allegare la proposta di delibera si rileva che sia il Ministero con pareresia la giurisprudenza hanno sempre stabilito che: per quanto concerne il contenuto della richiesta di convocazione del consiglio da parte di un quinto dei consiglieri, ossia se debba essere necessariamente formulata una “proposta” si evidenzia che, secondo un generale indirizzo giurisprudenziale, in tali ipotesi è sufficiente la sommaria e sintetica indicazione degli affari da trattare, purché sussista la presenza di quegli essenziali elementi identificativi idonei ad evitare dubbi od incertezze sulle questioni poste.
Non vi è dubbio anche sul punto che la richiesta di allegazione di proposta di delibera èsintomatica della soppressione democratica dei diritti della minoranza.
Alla luce di quanto sopra – concludono – gli scriventi hanno chiesto:
Al presidente del consiglio: che con urgenza si convochi il consiglio (che doveva essere tenuto entro il 22 luglio);
Al segretario comunale: che si renda garante del rispetto della leggi e dei pareri del ministero;
Al sindaco: di garantire i diritti della minoranza;
Al Prefetto: in caso di mancata convocazione adotti i provvedimenti sostitutivi o quelli ritenuti piu’ idonei per garantire i diritti della minoranza per tenere il consiglio comunale;
Al Ministero dell’interno: di vigilare sulla osservanza della legge a tutela dei diritti della minoranza».