«Le scuole di ogni ordine e grado della Calabria d’intesa con le organizzazioni del volontariato, del Terzo Settore, delle associazioni ambientali tutti insieme per rilanciare il tema che afferisce al patrimonio naturalistico». È questa la proposta avanzata dal Presidente della ProLoco di Simeri Crichi, Franco Canino, maturata nei giorni immediatamente successivi all’emergenza incendi che ha coinvolto la provincia di Catanzaro e l’intero territorio calabrese.
«Quanto accaduto nelle passate ore non deve caratterizzarsi come un mero fatto episodico, invero si è trattato di un’attacco senza precedenti al territorio, alle sue peculiarità» ha aggiunto Canino, evidenziando la necessità di «ripartire con un dibattito che affermi la necessità di analizzare e conoscere le conseguenze nefaste che hanno lasciato i roghi sul piano geologico, naturalistico, turistico, agricolo, rurale ed urbano».
Da qui un’attenta riflessione del presidente della locale sanzione della ProLoco. «Gli incendi hanno mutato la faccia della terra, ne hanno minato senza consapevolezza gli aspetti produttivi e della sicurezza. Gli incendi hanno distrutto siti di straordinaria importanza sul piano della qualità della vita. Le popolazioni rurali vittime di un sistema criminale non senza la perdita di vite umane per tentare e sfidare le fiamme pur di tutelare greggi e colture senza poter riuscirvi. Una Regione cannabilizzata per la sua debole attenzione verso una sana ed efficiente organizzazione – ha tuonato ancora Canino – mezzi e uomini scarsamente valorizzati e meglio attrezzati, una Regione che costituita dal 70% di territorio collinare e montano con una spiccata orografia dove il pianoro cede il passo ai canaloni impervi e quasi sempre difficilmente penetrabili e fruibili ai mezzi di soccorso. Un territorio, quello calabrese – ha aggiunto ancora – dove anche il mezzo aereo mostra la sua debolezza, registra i suoi limiti d’intervento: le ore notturne, le condizioni climatiche avverse, la versatilità degli stessi mezzi non permettono loro una operatività piena, e quando questi, per intervenire, si preparano per l’indomani spesso trovano centinaia di ettari distrutte nella notte».
Dunque la domanda: cosa fare? «Intanto il tema va portato nelle scuole, spiegato ai discenti, va formulata e condivisa una diversa cultura – ha suggerito Canino – Il rispetto dell’ambiente deve partire dalla scuola».
Ma non si limita a questo. Caino guarda ad una Regione che, a suo parere deve adoperarsi per «istituire una flotta aerea, approvare un piano regionale di formazione professionale (piloti tecnici manutentori) per gli addetti di terra (vedette dotati di moderne tecnologie di avvistamento magari utilizzando droni, avviare il telecontrollo delle aree rimboschite), acquisire mezzi aerei con i finanziamenti delle istituzioni europee e nazionali (Recovery plan) con l’aiuto del sistema bancario».
E poi ancora «realizzare piste (né cementate né asfaltate) per facilitare l’intervento delle squadre di terra, costruire laghetti e bacini lungo gli assi fluviali. Un elicottero deve fornirsi di acqua in un tragitto breve – ha aggiunto – Non può allontanarsi per trovare il lago più vicino, e se il mare è mosso dove può ammarare un Canadair?».
«Ritengo importante – ha concluso – fare ripartire un nuovo ed efficace modello di soccorso accanto ad un progetto di forestazione. Le associazioni se coinvolte faranno il loro dovere. Finanziare quindi progetti pilota per fare ripartire la ” flora ” calabrese».