Nonostante siano prontamente state divulgate le fake news in merito ad un posticipo dall’entrata in vigore dell’ultima ordinanza a firma della Presidente Santelli, la “Fase 2” in Calabria è ufficialmente in vigore dalla mezzanotte di oggi. Un’ordinanza che «parla la lingua della fiducia» l’ha definita la governatrice, riponendo questa fiducia ancora una volta nelle mani dei cittadini calabresi e sperando in un concreto atto di senso civico e di responsabilità per evitare ogni possibile contagio o focolaio.
Da oggi, 30 aprile 2020, la Calabria si vede dunque regione apri-fila per la ripartenza, consentendo la ripresa delle attività sportive (sia all’intento che all’esterno del proprio comune di residenza), gli spostamenti per riparare le proprie imbarcazioni, la ripresa delle attività di bar, pasticcerie, ristoranti, pizzerie, agriturismo con servizi ai tavoli all’aperto, nonché i servizi d’asporto per le medesime attività. Ripartono anche le attività di commercio alimentare nei marcati all’aperto nonché quelle ambulanti anche fuori dai propri comuni. Riaperture anche per i negozi di vendita al dettaglio di fiori, piante, semi e fertilizzanti.
Ma è possibile incontrare i congiunti? In tanti si sono chiesti, viste le questioni scaturite dal DPCM che entrerà in vigore lunedì. La risposta è affermativa. Nonostante sia ancora poco chiaro chi effettivamente siano questi “congiunti”, la presidente Santelli, nel punto 4 della sua ordinanza ha difatti dichiarato in vigore anche la lettera a) dell’articolo 1 del DPCM 26 aprile 2020 consentendo, dunque, «gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute e si considerano necessari gli spostamenti per incontrare congiunti purché venga rispettato il divieto di assembramento e il distanziamento interpersonale di almeno un metro e vengano utilizzate protezioni delle vie respiratorie; in ogni caso, è fatto divieto a tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, in una regione diversa rispetto a quella in cui attualmente si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute».
IL DECRETO UFFICIALE
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