Il 24 febbraio scorso è una data che difficilmente il mondo potrà dimenticare. Tra Russia e Ucraina scoppia una guerra annunciata. Già nel 2008 la NATO accettò che in un non meglio specificato futuro avrebbe accolto la richiesta dell’Ucraina di entrare nell’alleanza militare. Oggi nessun paese NATO intende davvero accogliere l’Ucraina nell’alleanza, ma la promessa del 2008 è usata tuttora dalla Russia come la prova che l’Occidente starebbe espandendo la propria influenza ai suoi danni e quindi con l’invasione, il presidente Russo vuole instaurare un regime favorevole a lui. Tra la notte del 23 e del 24 febbraio l’esercito russo ha iniziato i bombardamenti alle città ucraine lungo il confine con, appunto, la Russia. Le immagini delle varie esplosioni sono state subito rese note tramite i social media, si sono create lunghe file di persone, automobili per scappare dal territorio di guerra verso l’Europa, la gente si è rifugiata nelle metropolitane, nei bunker dove tra l’altro alcune donne hanno persino partorito. Un’altra immagine tristemente nota è quella del carro armato russo che ha schiacciato la macchina con all’interno un cittadino ucraino fortunatamente uscito poi illeso. Un episodio che ha colpito le persone di tutto il mondo è ancora quello del soldato russo catturato dagli ucraini e sfamato poi dai civili, con una donna che gli ha permesso tramite il proprio smartphone di videochiamare la madre scoppiando in lacrime.
Di quei territori abbiamo testimonianze importanti. Negli scorsi giorni abbiamo sentito quella della nostra concittadina Suor Francesca, oggi vi riportiamo quella di un testimone molto vicino a noi. Parliamo di Alessio Danylets, cittadino ucraino residente nella vicina Sellia Superiore.
La nostra redazione, grazie alla prontezza del nostro Luca D’Imperio, lo ha raggiunto telefonicamente mentre è in queste ore in viaggio verso l’Ucraina, dove si recherà per andare a prendere i suoi parenti e portarli qui in Italia. Alessio inoltre raggiungerà la sua patria portando lì beni di prima necessità che ha raccolto in questi giorni grazie alla solidarietà dei cittadini del comprensorio.
Ai nostri microfoni ha raccontato che i suoi parenti stanno vivendo momenti tragici e la maggior parte del tempo lo trascorrono negli scantinati e nei reparti anti bombardamento. Fortunatamente la sua città d’origine, Truskavec’ situata ad Ovest dell’Ucraina, vicino la Polonia, non è stata bombardata mentre a soli 15 chilometri di distanza, città come Sambor, Rivne e Ivano-Frankivs’k sono state fortemente colpite e devastate, le bombe sono cadute anche su scuole e ospedali.
Alessio si è subito adoperato per aiutare la sua nazione e i suoi connazionali che sotto quel cielo di bombe chiedono, più che il cibo, medicinali e dispositivi medici ed è per questo che è partito nel pomeriggio di ieri a bordo della sua auto carico di aiuti umanitari.
Tante le telefonate e i gesti di conforto che Alessio ha ricevuto in questi giorni e che sta ancora ricevendo e avverte molto la vicinanza dei suoi compaesani e dell’Italia intera per tutte le iniziative che stanno nascendo pro Ucraina.
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Sul suo profilo Facebook Alessio ha divulgato una storia in viaggio verso Truskavec’