Coronavirus, Quarantena obbligatoria a chi rientra dal nord. Crescono i casi in Calabria

Un caos senza precedenti quello a cui abbiamo potuto assistere nella trascorsa notte quando, intorno alle ore 23, una fuga di notizia allarma il nord Italia ed in particolare la Lombardia in merito alla disposizione che sarebbe stata approvata a distanza di poche ore da parte del Governo e che avrebbe previsto di allargare la “zona rossa” dai focolai comunali ad intere province e regioni, blindandole difatti ed impedendo dunque l’ingresso e la partenza nei e dai territorio interessati. La bozza divulgata dagli organi di stampa ha quindi messo in allarme i connazionali da tutta Italia che, senza pensare alle conseguenze del caso, si sono immediatamente precipitati presso le stazioni dei treni con un biglietto last-minute che li avrebbe riportati a casa. Non solo treni. Chi ha potuto lo ha fatto direttamente in macchina, evitando dunque eventuali contagi nei contatti con una folla che non ha certamente tenuto conto dell’ormai nota distanza di sicurezza di almeno un metro così come di tutte le disposizioni anti-Covid19.

Insorti i conterranei delle diverse regioni prese d’assalto. Attraverso post e messaggi sui social hanno condannato il gesto incosciente così come fatto dalla governatrice calabrese Jole Santelli e da vari amministratori di altre regioni del centro e del sud Italia. Il provvedimento del Presidente del Consiglio è dunque entrato in vigore intorno alle 3 di notte, subito dopo una conferenza stampa in cui il Premier Conte ha esordito definendo «inaccettabile» la fuga di notizia a cui il Governo ha dovuto assistere, un fatto che alcune testate avrebbero attribuito alla Regione Lombardia che, ricevendo la bozza, si sarebbe dovuta limitare ad inviare osservazioni in merito ai provvedimenti e che invece – secondo quanto sarebbe emerso – avrebbe inviato il testo all’emittente televisiva statunitense CNN, un fatto gravissimo che l’ufficio stampa della regione coinvolta avrebbe poi smentito.

Diversi amministratori locali, intanto, avrebbero ribadito le misure già adottate negli scorsi giorni: dal comunicare l’arrivo in Calabria agli organi preposti, a sconsigliare vivamente di frequentare luoghi affollati, avere contatti fisici come abbracci, strette di mano o baci, ma soprattutto restare in casa in caso di febbre (anche senza coronavirus) ed evitare il contatto con soggetti anziani più vulnerabili.

Attenzione, non si tratta di creare allarmismo o panico, sono misure necessarie per contenere il virus. Basta la razionalità dei cittadini, il loro buon senso. Diviene, quindi, necessario rafforzare alcune disposizioni come ad esempio, sono tanti i centri commerciali che hanno deciso di abbassare la saracinesca. I cinema, fino a ieri aperti ma con posti assegnati in modo alternato, hanno oggi deciso, in tutta Italia, di chiudere fino a nuovo ordine. Lo stesso vale per discoteche e luoghi di aggregazione. Ristoranti e pub restano aperti ma con l’obbligo di distanza tra i clienti. Sospese attività sportive e partite solo a porte chiuse o all’aperto ma senza pubblico.

IN CALABRIA

Nella nostra regione crescono i casi positivi ma restiamo tra quelle con il numero più basso. Dati aggiornati a questa notte riportano in totale 9 soggetti risultati positivi al nuovo coronavirus. Migliorano le condizioni di salute del docente di Reggio mentre restano stabili quelle dei coniugi catanzaresi e dell’uomo residente a Cetraro. A questi si aggiungono, nella giornata di ieri, ulteriori tre casi rilevati nella provincia di Cosenza e due nella provincia di Vibo (quest’ultimi sarebbero comunque in cura presso il nosocomio di Catanzaro).

Come già fatto ieri, vengono smentiti dagli organi di controllo proposti, le voci che ricondurrebbero alla presenza di casi di Covid-19 nel comune di Simeri Crichi. Verrebbero comunque rilevati più soggetti che, entrati a contatto con pazienti positivi o rientrati da zone del nord Italia, si sarebbero ora sottoposti a regime di quarantena domiciliare ma nessuno di essi presenterebbe alcun sintomo, alcuni addirittura avrebbero avuto la possibilità di effettuare il noto tampone che avrebbe confermato l’esito negativo alla contrazione del virus.

L’invito della governatrice Santelli resta quello di autodenunciarsi. «A chiunque arrivi in Calabria o vi abbia fatto ingresso negli ultimi quattordici giorni dopo aver soggiornato in zone a rischio epidemiologico (Regione Lombardia e Province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio nell’Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Padova, Treviso e Venezia), si applica la misura della quarantena obbligatoria con sorveglianza attiva». Chiunque si trovi nelle predette condizioni dovrà difatti comunicare tale circostanza direttamente – ovvero attraverso il proprio Medico di Medicina Generale o Pediatra di Libera scelta, oppure telefonando al numero verde regionale 800-767676 – al Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda Sanitaria Provinciale territorialmente competente, che adotterà le misure già previste nell’Ordinanza n. 1/2020.

Pubblicato da Redazione

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