Comune, ripiomba lo spettro dell’incandidabilità su Mancuso e Brutto

Saverio Brutto e l’ex sindaco Pietro Mancuso

Si é chiuso un nuovo capitolo sulla questione incandidabilità dell’ex sindaco di Simeri Crichi, Pietro Mancuso e dell’ex assessore Saverio Brutto. La Corte di Appello di Catanzaro ha infatti accolto il ricorso del Ministero dell’Interno ribaltando così la decisione del Tribunale che nello scorso febbraio aveva fatto cadere la tagliola dell’incandidabilità per i due attori dell’amministrazione decaduta per condizionamento mafioso.

Nel merito della sentenza di appello si ritiene fondato, avanzato dal Ministero dell’Interno, in relazione sia alla posizione di Pietro Mancuso che a quella di Saverio Brutto in quanto “emergono univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti o indiretti dei due reclamati con la criminalità organizzata di tipo mafioso o similare ovvero su forme di condizionamento da parte della stessa nelle seguenti circostanze”.

Riguardo alla posizione del sindaco le responsabilità per le quali la sua amministrazione é stata sottoposta a scioglimento, sorgerebbero sulla base di diversi elementi. In primis dai suoi rapporti con l’imprenditore Antonio Gallo, di cui Mancuso é avvocato, il quale  lo rendeva partecipe “di dinamiche e attività che vanno ben oltre le informazioni necessarie per l’attività difensiva, anzi riguardano i contatti di Gallo con esponenti della criminalità e con soggetti che lavorano a Roma, che avrebbero garantito a Gallo canali importanti per i suoi affari, e tali confidenze – e i loro contenuti- sembrano essere accolte come normali dal sindaco”. In seguito dalla mancata costituzione di parte civile nell’ambito del procedimento penale “Basso Profilo”, nonostante l’Ente fosse direttamente interessato dallo stesso, atteso che un suo consigliere e assessore – Saverio Brutto – fosse stato arrestato con pesanti accuse, e ciò a prescindere dall’annullamento senza rinvio dell’ordinanza cautelare da parte della Corte di cassazione e dall’esito del procedimento penale che ancora non è giunto a conclusione.

L’ultimo elemento é quello concernente il coinvolgimento di imprese vicine agli ambienti della criminalità locale, tanto nella posizione di comune cittadino, e qui si fa riferimento all’abitazione di Mancuso, “un villino ultimato e rifinito dalla società Futura Immobiliare Srl – riconducibile, per la Procura distrettuale, alla famiglia di costruttori Lobello –  non accatastato e privo di certificato di abitabilità e rispetto a cui, pertanto, egli non sarebbe in regola col pagamento di tutti quei tributi locali per la cui applicazione l’identificazione catastale costituisce presupposto”, quanto nella posizione di primo cittadino, dove si contestano i “numerosi affidamenti diretti di lavori pubblici sono stati destinati dal Comune di Simeri Crichi a società successivamente destinatarie di misure interdittive antimafia, non rilevando la circostanza che la misura sia intervenuta in data successiva agli affidamenti, in quanto la vicinanza temporale degli ultimi affidamenti depongono per l’esclusione dell’inconsapevolezza della vicinanza delle società destinatarie agli ambienti criminali”.

La Corte di Appello quindi ha rilevato “una situazione di cattiva gestione della cosa pubblica, aperta alle ingerenze esterne e asservita alle pressioni inquinanti delle associazioni criminali operanti sul territorio” nella quale il sindaco avrebbe difettato nei doveri di vigilanza, indirizzo e controllo, attraverso l’adempimento dei quali avrebbe potuto evitare il commissariamento dell’Ente che ha guidato dalle elezioni del 2016.

Venendo a Brutto, gli elementi che hanno condotto i giudici di Appello a concludere verso l’incandidabilità alle prossime due tornate elettorali riguardano l’appoggio alle elezioni amministrative del 2016, da cui é risultato eletto come consigliere e assessore, fornito dall’imprenditore Gallo, oltre alle dichiarazioni rilasciate in sede prefettizia da Mancuso, dalle quali é emerso che lo stesso Brutto “sia stato espressione della frazione Apostolello, sede operativa, stando alla ricostruzione effettuata nel corso delle indagini portate avanti dalla Commissione prefettizia nello scorsa primavera 2021, di Rocco Mazzagatti (destinatario di plurimi provvedimenti interdittivi) e delle società della famiglia Lobello e alla la circostanza che Saverio Brutto insieme col padre, Tommaso Brutto, avrebbero spiegato all’assessore regionale Franco Talarico l’importanza di ottenere l’appoggio elettorale di Antonio Gallo.”

Questi gli elementi in fatto della sentenza pubblicata in data 21 ottobre, che in attesa di nuovi risvolti, comprometterebbe la partecipazione del sindaco decaduto dalla prossima tornata elettorale che riconsegnerà un sindaco al Comune di Simeri Crichi.

Pubblicato da Francesco Antonio Pollinzi

Caporedattore centrale.