Continuano gli scossoni elettorali in vista dell’ormai (molto) prossima presentazione delle liste. Se da una parte, come abbiamo visto ieri, qualcuno starebbe pensando di scendere in campo in zona Cesarini, qualcun altro decide di fare due passi indietro e abbandonare definitivamente la corsa al Municipio. L’avvocato Francesco Galeota, attraverso una lettera alla cittadinanza fatta pervenire alla nostra redazione, ha infatti deciso di mollare la presa. Sostanzialmente riesce nell’intento di ridurre il numero di liste ma non nel modo sperato. Con alcuni manca la voglia di sacrificare il proprio “io”, con l’altro non si ottenere lo stesso riscontro elettorale.
LA LETTERA
“Cari concittadini, come noto nella scorsa settimana ho fatto appello ai miei competitors alla carica di sindaco per le imminenti elezioni amministrative, con l’intento di “normalizzare” la scellerata corsa alla massima carica comunale che, ahimè, si è tinta di grottesco.
Inutile ribadire gli “effetti collaterali” della presenza di quattro liste elettorali all’interno di una piccola comunità come la nostra; tra le tante: le tensioni familiari, che se è vero si verificano in ogni tornata elettorale, è indubbio che in questa occasione risultano di palmare evidenza e diffusione.
In tale contesto, ho incontrato in ordine di tempestività ad aderire all’appello, il dott. Luigi Talarico; il dott. Davide Zicchinella; ed infine il Geometra Giuseppe Canistrà. Ovviamente ho formulato a tutti i tre la medesima preliminare proposta, al fine di verificare se effettivamente qualcuno fosse disposto a sacrificare i propri personalismi e le proprie convinzioni per l’interesse della comunità.
Ho chiesto pertanto di cedere la carica di Sindaco; fondere le due liste; selezionare una rosa di candidati numericamente paritetica e dividere le varie cariche equamente tra i componenti provenienti da un gruppo e quelli provenienti da un altro, all’interno del nuovo formato gruppo politico elettorale (ovvio che in tale accordo, la variabile del consenso elettorale avrebbe dato al progetto, l’assetto più vicino alla volontà della comunità).
Giustificata a vario titolo l’impossibilità di cedere la carica di Sindaco (ndr; alcuni, leggendo, gergalmente avranno pensato: carica = poltrona), ho formulato la proposta a parti inverse: “tenetevi la carica di sindaco, ma consentiteci di amministrare attivamente”, per come sopra ho spiegato.
A questo punto, sinceramente, mi sarei aspettato che a prevale fosse il buon senso, l’umiltà, il sentimento di comunità. Ed invece a prevalere, al di la di proclami propagandistici abbondanti sui social network, ancora una volta, è stata la presunzione di essere più capaci degli altri, la presunzione di rappresentare da soli tutto ciò che serve, sostenendo inopinatamente che l’unione di due o più gruppi, avrebbe recato disgregazione piuttosto che unione. Neppure tale proposta veniva accettata!
All’incontro con i due candidati Talarico e Zicchinella mi sono state formulate rispettive controproposte, di cui non specificherò la paternità per non influenzare il giudizio di alcuno in termini elettorali.
Uno mi ha offerto 3 posti in squadra e il più votato dei tre, avrebbe avuto la carica di vice sindaco, aggiungeva che per propria serenità e a garanzia di tutti, avrebbe mantenuto a sé l’assessorato ai lavori pubblici, stante la delicatezza del ruolo.
L’altro più drasticamente, mi ha offerto uno/due posti, per poi arrivare (letta la disponibilità al dialogo di Giuseppe Canistrà), a formulare nuova offerta che si attestava a due max tre posti in lista, di cui una donna necessariamente; nessuno degli amministratori uscenti poteva competere ( per sole ragioni di opportunità e non altro ad onor del vero) e però, potevano essere sostituiti da un familiare o persona di loro riferimento. Un assessorato indipendentemente dal risultato ed uno secondo consenso elettorale.
Insomma, un mercimonio in stile prima Repubblica che ha reso ogni possibilità di dialogo del tutto impossibile.
Non così per il candidato a sindaco Giuseppe Canistrà, che fattivamente si è dimostrato disponibile ad un dialogo aperto e senza preclusioni né su soggetti; né su programmi e neppure sull’affidamento degli incarichi e della partecipazione alla amministrazione di tutti i componenti del gruppo nascente da fusione.
Si è giunti quindi a prendere la decisione di aprire un tavolo di confronto con i componenti del gruppo “ Simeri Crichi nel cuore” di Giuseppe Canistrà. Tuttavia, non si è giunti alla possibilità di unire i due gruppi per ragioni legate al mancato consenso dei propri elettori, riscontrato da diversi candidati del gruppo.
Dunque si ritorna al punto di partenza: 4 liste elettorali e quattro candidati a Sindaco più “ la quinta incognita”.
Ed allora, sempre più convinto che non sia questa la strada maestra per concretizzare un percorso amministrativo finalizzato a soddisfare le impellenti necessità della ns. comunità, in accordo con i componenti del gruppo elettorale, faccio un ulteriore passo indietro, consentendo tuttavia ad ogni componente del gruppo, di partecipare alla “bagarre” elettorale autonomamente ed in rappresentanza di se stessi.
Ah, dimenticavo, se qualcuno ancora pensa o abbia mai pensato che io mi possa essere prestato ad ignobili giochi di potere agendo in nome e per conto di qualcun altro, a costoro rispondo: probabilmente è quello che avreste fatto voi. I fatti smentiscono i cattivi pensieri.
Tanto vi dovevo, per amor di Comunità”.
Francesco Galeota.