Commissariamento, I fatti che portarono all’arrivo di una Commissione d’accesso

La Prefettura di Catanzaro

Si sveglia attonita la comunità di Simeri Crichi che, per la prima volta nella sua storia, si ritrova dinanzi ad un commissariamento per “accertati condizionamenti da parte della criminalità organizzata“. Un’accusa che pesa, tanto, per tutta la comunità.

La deliberazione del Consiglio dei ministri avvenuta nella serata di ieri (VEDI QUI) è solo l’inizio di un lungo iter che porterà ad una fase di stallo amministrativo che, se tutto andrà secondo quanto previsto, avrà una durata minima di 18 mesi, procrastinando, per un anno e mezzo, quel volere popolare che passa attraverso le urne elettorali. Ed un anno e mezzo è solo l’auspicio perché la storia ci porta dinanzi molti altri Enti comunali che, sottoposti al medesimo regime di scioglimento del Consiglio, hanno dovuto fare i conti con continue proroghe.

LA COMMISSIONE D’ACCESSO

Mentre si attendono le motivazioni dello scioglimento che saranno contenute nella proposta del Ministro Lamorgese e nella relazione del Prefetto Cucinotta, vogliamo ripercorrere i fatti che portarono all’insediamento di una Commissione d’accesso antimafia nell’ente comunale di Simeri Crichi.

Era il 14 maggio 2021 quando un avviso a firma del Prefetto di Catanzaro, Maria Teresa Cucinotta, giungeva a tutti i componenti il Consiglio comunale che venivano messi al corrente dell’insediamento di una Commissione d’acceso. La richiesta per la nomina di tale commissione era giunta direttamente dal Ministero dell’interno in quanto, si leggeva nel documento, «il territorio di Simeri Crichi è risultato essere al centro di interessi economici su cui le consorterie di ‘ndrangheta hanno, nel tempo, esercitato una documentata influenza, secondo le evidenze di due distinte inchieste giudiziarie dell’11 marzo 2021, nota come “Coccodrillo” (VEDI QUI) e del 13 gennaio 2021, nota come “Basso Profilo“ (VEDI QUI), entrambe a cura della DDA di Catanzaro». Quest’ultima operazione, tra le altre cose, portò all’arresto dell’assessore comunale al turismo e all’ambiente Saverio Brutto, ancora oggi sottoposto ai domiciliari.

Nella medesima premessa, l’ufficio prefettizio, aggiungeva come «dal monitoraggio condotto da quest’Ufficio sull’amministrazione comunale di Simeri Crichi si evince un quadro indiziario tra soggetti economici, che le inchieste menzionate collocano nell’orbita della criminalità organizzata, ed amministratori locali di quell’Ente».

Da qui, scaturiva la necessità per Ministero e Prefettura di procedere ad «ulteriori e mirate verifiche presso il Comune di Simeri Crichi tese ad approfondire ed estendere il quadro conoscitivo già disponibile, circa la sussistenza di elementi di collegamento e/o condizionamento da parte della criminalità organizzata».

La Commissione, composta del Viceprefetto aggiunto, Valeria Richichi, del Capitano della Guardia di Finanza, Gasperino La Rosa e del Tenente, Pietrantonio Tarantino, portò a conclusione il suo lavoro nel termine minimo di 3 mesi, riponendo nelle mani del Prefetto un lavoro, quello svolto tra gli uffici del Municipio di Simeri Crichi, che sarebbe divenuto parte integrante della relazione che il Prefetto ha successivamente inviato al Ministro dell’interno.

Pubblicato da Redazione

Sito d'informazione di Simeri Crichi