Nella chiesa di Simeri Crichi le reliquie delle Beate Mariantonia Samà e Nuccia Tolomeo

I reliquiari esposti in Chiesa

Motivo di gioia, per la comunità parrocchiale di Simeri Crichi che, da martedì 5 ottobre, ospita nella sua Chiesa madre, le reliquie delle Beate Mariantonia Samà e Gaetana detta Nuccia Tolomeo. Entrambe catanzaresi, le due donne, sono state beatificate la scorsa domenica presso la Basilica dell’Immacolata di Catanzaro. Un evento di straordinaria importanza per la Chiesa locale.

La celebrazione volta alla beatificazione delle due laiche è stata presieduta dal Prefetto della “Congregazione delle cause dei Santi”, il Cardinale Marcello Semeraro e concelebrata dall’arcivescovo della diocesi di Crotone-Santa Severina e dall’Amministratore Apostolico della diocesi di Catanzaro-Squillace, Angelo Raffaele Panzetta.

Al termine della cerimonia di beatificazione, sono state affidate ai parroci di tutte le 122 parrocchie della nostra Arcidiocesi, due teche contenenti le reliquie delle due Beate con il fine di esporle durante la celebrazione della Santa Messa. Fine che è stato perseguito con orgoglio dall’Amministratore parrocchiale di Simeri Crichi, don Alessandro Severino – così come dai parroci delle comunità limitrofe – e che continuerà ad esporle sull’altare fino a domenica 10 ottobre per poi collocarle in un posto maggiormente idoneo sempre all’interno della Chiesa madre.

Cenni Storici

Mariantonia Samà nata a Catanzaro il due marzo 1875 fu una donna dalle elevate qualità morali nonchè una fedele umile e devota. Fin da bambina lavorava duramente per assicurarsi il sostentamento essendo orfana di padre. Dagli undici anni visse continue sofferenze dovute a disturbi neurologici e comportamentali prima e da una malattia artrosica poi, che la costrinse a letto per un lungo periodo. Malattie dalla quale riuscì a trarre giovamento solamente attraverso la preghiera e la fede in Dio. Con l’aiuto della madre, dei padri redentoristi e delle suore riparatrici del Sacro Cuore, nel 1915 arrivò a pronunciare i voti religiosi diventando così per tutti coloro che la conoscevano “la monachella di San Bruno”, nomea che la rappresentò anche dopo la sua morte avvenuta nel 1953.

Gaetana “Nuccia” Tolomeo, nata a Catanzaro il 19 aprile 1936, ebbe una vita martoriata da continue sofferenze dovute a difficoltà motorie che la penalizzarono fin dalla nascita. Ma la sua fede in Dio fu più forte di qualunque dolore tanto da accompagnarla a compiere pellegrinaggi,collaborazioni con “Radio Maria”e ad intrattenere rapporti con i suoi seguaci, in particolar modo con i detenuti, che ricevevano da Nuccia parole di conforto. “Alla vista della mia vita stroncata sono stata turbata di abbandonarmi a pensier spaventosi! Nel mio prepotente bisogno di amore e di protezione, mi sono rivolta al Crocifisso. Vicino a te, Gesù, ringrazio l’amore di avermi crocifissa per amore”. Sono queste le parole pronunciate dalla beata qualche anno prima della sua morte, avvenuta il 24 gennaio 1997.

Pubblicato da Elisabetta Pollinzi

Collaboratrice