La diatriba sviluppatasi negli scorsi giorni ed alimentata da comunicati stampa e petizioni da parte del Codacons in merito alla ragionevolezza d’essere di quell’autovelox posto su un tratto della Statale 106 che attraversa Simeri Crichi, vede ora l’intervento del più volte chiamato in causa, primo cittadino del comune in questione. Un intervento volto a chiarire, punto per punto, le accuse rivolte all’ente da esso guidato che, vogliamo ricordarlo, guardavano, secondo gli scritti del Codacons e del suo rappresentate locale e vice presidente nazionale, Francesco Di Lieto, ad un’errata collocazione del rilevatore di velocità, alla conseguente strumentalizzazione volta «a fare cassa», nonché, da ultima, la possibilità che l’autovelox possa presentare «anomalie sul corretto funzionamento».
Riceviamo e pubblichiamo, dunque, la nota stampa a firma del sindaco di Simeri Crichi, Avv. Pietro Mancuso:
«È sempre doveroso da parte di un sindaco intervenire in un dibattito pubblico che adombra dubbi sull’operato amministrativo del proprio Comune.
Guai a non farlo, ed al fine di contribuire, con i fatti e mai con le congetture, alla ricostruzione reale della vicenda, risulta opportuna una mia risposta a quanto apparso sulla stampa. Risulta poi ancor più indotto il mio intervento, volto alla tutela ed onorabilità di tutti i soggetti e delle parti coinvolte, laddove il dibattito venga sostenuto da un’associazione portatrice di interessi diffusi come il Codacons di Catanzaro.
Infatti da qualche giorno sui media locali rimbomba l’eco di ombre sull’autovelox installato sulla SS 106 nel tratto di Simeri Crichi ,dubbi che vanno dall’ubicazione dello strumento rilevatore, e per la quale il Codacons ritiene che sia stato installato appositamente in un luogo inidoneo per “fare cassa”, sino a giungere a paventare anomalie sul corretto funzionamento dell’apparato e sulla sua taratura. Con tali motivazioni il Codacons nei giorni scorsi ha formalizzato, ai sensi della L. 241/90, istanza di accesso al Comune di Simeri Crichi degli atti afferenti la procedura amministrativa di autorizzazione e di affidamento del servizio autovelox , facendo leva su di una petizione sottoscritta, secondo quanto risulta dal protocollo, da circa 650 utenti della strada (di cui 47 residenti di Simeri Crichi ed oltre il 60% di Sellia marina).
Se queste sono dunque le questioni sulle quali il Codacons ritiene di far luce, ma sulle quali – si badi – ha già sentenziato ingenerando tra i malcapitati contravventori e nei lettori dei vari comunicati stampa l’esistenza di anomalie di ogni sorta sull’operato del Comune di Simeri Crichi, è d’uopo a questo punto far sentire anche “l’altra campana”e non prestare acquiescenza alle affermazioni di Codacons che, nel caso di specie, ha dimostrato, per quanto dirò oltre, di non aver proceduto prima di ogni comunicato stampa, petizione e accesso agli atti, ad una puntuale informazione e verifica dei propri assunti necessaria – a mio modesto avviso – ogni qualvolta si vuole tutelati i diritti dei cittadini e dei consumatori.
Tale modus operandi, scevro dall’analisi dei fatti e dalla conoscenza delle norme giuridiche, non risulta appropriato per un Organismo così prestigioso ed induce non solo il sottoscritto a dover diffidare degli organi che lo sorreggono e ad invitare la platea dei signori che si sono affidati a riflettere bene sul loro portavoce.
Anticiperò sin d’ora, e prima che gli uffici comunali procedano ad una verifica sui presupposti legittimanti il diritto di accesso azionato dal Codacons di Catanzaro, le seguenti circostanze di fatto.
Sul tavolo voluto dall’Ecc.za del Prefetto di Catanzaro, dott.ssa Latella, in ordine alla messa in sicurezza della SS 106.
E’ storia documentata che, nel biennio 2016/2017, l’allora Prefetto di Catanzaro aveva coinvolto tutti i sindaci del litorale ionico a sposare una politica di messa in sicurezza della SS 106, divenuta notoriamente teatro di innumerevoli incidenti e di centinaia di vittime quale conseguenza dell’alta velocità e della presenza di numerosissime intersezioni. Al tavolo in questione hanno partecipato oltre 20 sindaci, l’Anas, la Polizia Stradale ed altre Forze dell’Ordine, oltre che l’associazione “Vittime della SS 106”, anch’essa portatrice di interesse in materia.
Tale iniziativa, volta alla salvaguardia dell’incolumità degli utenti della strada, è stata ritenuta meritevole di attenzione da parte del sottoscritto che si è prodigato a portare a termine il compito assegnatogli riguardante – come è dato rilevare – un progetto sovracomunale di ampio respiro volto alla messa in sicurezza della SS 106.
Sull’ubicazione del rilevatore di velocità.
Sul punto, la procedura di autorizzazione all’installazione dell’autovelox, ha visto coinvolti, quali soggetti qualificati in materia, la Polizia Stradale e l’ANAS.
Riporto testualmente il decreto prefettizio di autorizzazione “ Preso atto che la Polizia stradale di Catanzaro, in qualità di organo tecnico, con nota n. 3431 dell’11/5/2017 e l’Anas, in qualità di ente proprietario della strada, con parere tecnico n. 21 maggio 2018, inviato all comune di Simeri Crichi con nota n. CDG-0318494-P del 14/11/2018, seguito di sopralluogo congiunto, hanno espresso parere favorevole all’installazione, al km 194+225, lato sx lungo la SS 106, di un misuratore elettronico della velocità dei veicoli utilizzando apparecchiature da remoto ovvero con il funzionamento senza l’effettiva presenza di personale operativo, nel tratto di strada segnalato”.
Prima inesattezza. Se così è, risulta incomprensibile l’affermazione di Codacons che continua a sostenere che l’ubicazione del rilevatore sia stata una scelta del Comune “per far cassa” quando, ad individuare il sito, sono stati organi tecnici che hanno ritenuto che il tratto di strada in parola presenti maggiore rischio per gli utenti della strada, sulla base di cognizioni tecniche proprie e non certamente su indicazioni date dal Comune di Simeri Crichi.
Tale mancata conoscenza pone dubbi sulla bontà della petizione stessa tralasciando, allo stato, ogni argomentazione sulla sussistenza del reato di diffamazione sull’operato amministrativo comunale.
Vero è, al contrario di quanto assunto dal Codacons che riterrebbe, senza l’ausilio di un supporto tecnico e dunque su dati che non è dato comprendere, un’ubicazione strategica per colpire gli utenti della strada, che proprio nei pressi del rilevatore di velocità in parola si contino almeno 10 vittime e che da quando è in uso l’autovelox i residenti di Simeri Crichi che vivono sulla SS 106 proprio in quei pressi hanno finalmente trovato una certa serenità nell’uscire di casa per immettersi sulla statale.
Sulla taratura del rilevatore
Su tale aspetto, il Codacons afferma che molti contravventori avrebbero ricevuto il verbale di contestazione solo per aver superato di pochi chilometri orari il limite di velocità, pari a 70 km/h, e che pertanto trattandosi di un apparecchio noleggiato – e dunque ad avviso del Codacons “probabilmente non nuovo” – risulta necessario procedere ad una verifica della documentazione presente agli atti del Comune tra cui rileverebbe la taratura obbligatoria del rilevatore.
Nel premettere che agli atti del Comune risulta adempiuto il controllo sulla taratura asseverato da società del settore, anche in tal caso, sempre sulla scorta di sensazioni e congetture e mai dopo un necessario ed accurato controllo degli atti della procedura, il Codacons persevera ad adombrare dubbi ed a diffamare l’operato comunale.
Sull’indagine che coinvolge la Beta Professional Consulting Srl
E’ bene precisare che agli atti non si rinvengono dati riferibili a tale azienda che risulta per il Comune di Simeri Crichi un soggetto economico sconosciuto.
Tuttavia il Codacons, nello schizofrenico attacco all’operato amministrativo, sulla scorta di una asserita coincidenza di sede tra la Beta P. C. Srl, coinvolta in un’indagine che ha riguardato la gestione delle multe (e non – come vorrebbe far pensare – la rilevazione delle stesse e dunque il sistema autovelox) con l’attuale aggiudicataria del servizio, la LaB Consulenze Srl, persevera ed adombra ulteriori misteri ed anomalie in capo al Comune di Simeri Crichi. Tale circostanza, sempre sulla scorta di quanto sostenuto dal Codacons, legittimerebbe l’istanza di accesso agli atti ovvero la verifica sull’esistenza delle obbligatorie certificazioni sulla taratura dello strumento.
Orbene, attraverso la consultazione della stampa apparsa sul web risalente a qualche anno fa, è risultato effettivamente che tale Beta P.C. Srl esiste e che è stata coinvolta in un’indagine, tuttora in corso ed ancora in attesa di definizione, avente ad oggetto l’accertamento dei reati di corruzione e di truffa ai danni di un comune della Basilicata.
Ma anche in tale passaggio il Codacons ha forzato il dato fattuale, strumentalizzando a proprio piacimento la vicenda, in quanto l’indagine in parola, condotta dalla Procura della Repubblica di Matera, e che non ha mai visto – ribadisco – il coinvolgimento della LaB Consulenze Srl, non ha evidenziato l’alterazione del sistema di rilevamento in quel paese ovvero un suo cattivo funzionamento. Dunque nessun nesso che possa legittimamente far sospettare che l’autovelox di Simeri Crichi sia stato alterato o non sia stato tarato.
Sulla petizione
Il Codacons è stato promotore di una petizione sottoscritta da oltre 200 persone che a mente dello statuto comunale – sempre secondo l’organismo dei consumatori – imporrebbe all’amministrazione comunale la convocazione di un consiglio per dibattere sulla questione.
Ben venga per il sottoscritto ogni forma di contraddittorio anche nella sede solenne del pubblico consesso alla quale, magari, possano partecipare tutti gli organi che sono stati interessati dalla procedura in commento, ma anche in tale ambito il Codacons dimostra, per fatti concludenti, di non aver svolto in maniera puntuale uno studio dell’istituto comunale rammostrando ulteriormente una superficialità giuridica che non appartiene ad un ente che ontologicamente dovrebbe difendere i diritti dei cittadini e dei consumatori in particolare nelle sedi civili e penali.
L’istituto richiamato dal Codacons lo si rinviene nello statuto del Comune di Simeri Crichi all’art. 35 “Petizioni” ove il comma 4 stabilisce testualmente “ Se la petizione è sottoscritta da almeno 200 elettori l’organo competente deve pronunciarsi in merito entro 60 giorni dal ricevimento”.
Si registra anche in questo caso un’evidente alterazione dei fatti ed un’errata interpretazione delle norme statutarie nella misura in cui la petizione non risulta essere assistita dai presupposti legittimanti. Invero, per come già accennato in narrativa, i soggetti elettori del Comune di Simeri Crichi che hanno sottoscritto la petizione risultano essere soltanto 47 ovvero un numero che non legittima l’istituto invocato né una determinazione dell’organo competente nei 60 giorni dal ricevimento (lo statuto – si rammenta – esige il numero di 200 elettori di Simeri Crichi).
Nel ribadire che il sottoscritto non si arroccherà mai dietro la mancanza di un numero legale per non affrontare qualsivoglia legittima richiesta proveniente dai propri cittadini, v’è da dire che anche in questo caso il Codacons dimostra una superficialità e approssimazione giuridica errando finanche nel conteggio dei numeri necessari per portare avanti una petizione.
Stabilire quale sia la motivazione reale di un’iniziativa così fantasiosa, disancorata dai dati fattuali ed approssimazione giuridica, che di fatto ha offeso la reputazione del Comune di Simeri Crichi non spetta certamente al sottoscritto.
L’unica spiegazione che posso immaginare è che il Presidente del Codacons di Catanzaro, avv. Francesco Di Lieto, voglia cavalcare il malumore dei numerosi contravventori di Sellia Marina (circa 450) per fini politici e personali, non essendo lui un estraneo della politica di Sellia Marina ove ha partecipato alle ultime tre tornate elettorali spendendo il prestigioso “marchio” del Codacons. Libero di farlo ma con il limite del rispetto della reputazione altrui.
Ma a parte il mio pensiero, credo a questo punto che l’interrogativo se lo debbano porre i 650 sottoscrittori della petizione (inammissibile) che si sono affidati ad un organismo che ritiene di operare sulla scorta di pura fantasia per tutelare i loro interessi.
Fa specie però, e non solo al sottoscritto ritengo, che proprio il Codacons, invece di porsi tra i soggetti deputati alla tutela dell’incolumità degli utenti della strada, si sia accanito, prima di richiedere l’accesso agli atti e senza dunque alcuna cognizione di causa, nei confronti di una misura che sta dando i suoi frutti (nel corso dei sei mesi da quando è in funzione su tutto il tratto di SS 106 che attraversa il territorio di Simeri Crichi non si è verificato nessun sinistro), per offendere il sottoscritto ed i propri uffici comunali con discorsi non consoni ad un organismo rappresentativo come il Codacons.
Nei prossimi giorni quanto sopra riferito verrà portato dal sottoscritto al cospetto dell’Ufficio di Procura di Catanzaro affinché si proceda alla verifica del reato di diffamazione a mezzo stampa a danno del sottoscritto e dei propri uffici, mentre con altra nota di medesimo tenore, che invierò al Presidente del Codacons nazionale, chiederò il commissariamento del Codacons catanzarese a fronte di un utilizzo distorto dell’organismo, non improntato alla correttezza dell’azione ma al perseguimento di un interesse personale e politico per come tenuto nell’occorso proprio dal suo presidente».
Il sindaco di Simeri Crichi, Avv. Pietro Mancuso