Si è svolto nel pomeriggio di ieri, 9 ottobre, presso il nuovo Centro Culturale di Simeri, il primo incontro di presentazione dell’attività archeologica, curata dagli studiosi dell’Università di Siena in collaborazione con i volontari dell’associazione Asperitas, che è in corso di svolgimento nello stesso nucleo storico del Comune.
Gli onori di casa spettano ai vertici dell’Amministrazione comunale, dunque il sindaco Davide Zicchinella, che nei saluti iniziali afferma come oggi si raccolgano i primi frutti degli studi che si stanno effettuando sulle ricerche spiegando che la campagna di ricognizione si sia basata sul metodo “dell’osservazione partecipante”, e la sua vice Giusy Pugliese, la quale nel suo breve intervento esprime la propria soddisfazione personale per la sottoscrizione della convenzione Comune di Simeri Crichi – Università di Siena finalizzata allo svolgimento delle attività di ricerca archeologica. Un secondo intervento istituzionale spetta all’archeologo della Sovrintendenza Archeologica di Catanzaro-Crotone Alfredo Ruga, il quale definisce i beni archeologici quali “i nostri beni di famiglia”, sottolineando come la loro preservazione sia possibile attraverso gli strumenti di conoscenza che vengono utilizzati nelle ricerche, i quali poi danno origine ai vincoli di tutela.
Terminato il momento dei saluti istituzionali tocca relazionare sui primi risultati della ricerca. A prendere per primo la parola è l’archeologo “di casa”, nonché funzionario della SABAP di CZ-KR e presidente dell’associazione Asperitas Lorenzo Chiricò, che con un esordio emozionante rivela come questa campagna archeologica che si tiene nei suoi luoghi di origine rappresenta la realizzazione di un sogno d’infanzia. Dopo di che spiega che le attività sono state improntate secondo un metodo nuovo di ricerca, che si adatta ai tempi. Sono state intraprese due linee direttrici si strategia, ossia riprendere i vecchi siti della Carta archeologica (anni ’90 e a tal punto ricorda che la ricerca archeologica c’é sempre stata a Simeri, oggi riprende dopo un periodo di interruzione dovuto a diversi fattori) e scoprire nuovi posti entrando in una nuova ottica che andasse oltre rispetto ai periodi preistorici, arrivando fino al post Medioevo. Conclude con un sentito ringraziamento personale ai volontari di Asperitas e del vecchio Archeoclub di Simeri Crichi che hanno partecipato alle ricerche. All’intervento di Chiricò fa seguito l’esposizione della dottoressa Alessandra Coleschi, nel quale presenta le attività che hanno coinvolto Ricerca anche gruppi di studenti dall’estero (Praga). Coleschi spiega che l’intento è quello di documentare testimonianze che il territorio conserva e mapparle per costituire un censimento di tesori archeologici. Quanto alle attività la ricognizione dei luoghi è avvenuta in un primo momento attraverso lo studio delle immagini satellitari, per raggiungere poi i posti attraverso un gps e mappare le strutture archeologiche individuate, la cui documentazione viene rappresentata in apposite schede. “Si tratta di attività interdisciplinari – dice Coleschi – dove la panacea di questa tipologia di studio é rappresentata dallo studio del paesaggio“. Infine la dottoressa dell’ateneo Senese mostra i risultati fotografici di questa mappatura che ha interessato diverse zone del nostro Comune (Simeri, Grecìa, Colle Petrosa, Roccani). Saranno qua fino al 25 ottobre.
Le conclusioni spettano al Prof Carlo Citter per il quale intraprendere una tale attività in un piccolo centro calabrese rappresenta una sfida. Il docente dell’Università di Siena è convinto come in Calabria ci sia un potenziale che non rende giustizia di ciò che emerge. “Un piccolo comune in Calabria nel cui emerge un sistema insediativo che ha nel castello, la Grecìa e il monastero un’alternanza e una coabitazione. Abbiamo 3000 anni di storia in sei ettari, con una quantità di materiali che neanche immaginiamo. Conosciamo il 5% di ciò che c’é sotto. La Grecìa va immaginata come “villaggio che si muove”e anche il Monastero, che potrebbe divenire un grande centro di ricerca, non lo fanno lì a caso, ma perché evidentemente c’era un tessuto diverso. Castello- Grecìa e Monastero vanno immaginati in una rete.” Citter insiste sulla necessità di intervenire con un accordo-quadro tra Sovrintendenza e Università, affinché si venga a creare una connessione istituzionale – perché le istituzioni possano dialogare a prescindere dagli attori- e una strategia progettuale condivisa della quale il Comune sia il catalizzatore.
Le attività del gruppo di ricerca attualmente impegnato a Simeri proseguiranno fino al 25 ottobre, mentre quanto agli incontri di ricognizione quello di ieri pomeriggio sarà il primo di una lunga serie, in quanto le parti coinvolte si assumono il dovere di rendicontare alla comunità ogni campagna di scavo.