Nella giornata dedicata alla Memoria, tante sono le storie di nostri eroici concittadini che hanno attraversato con forza, coraggio e amore per la vita e la patria, le difficili epoche passate. Alcune di queste riescono ad emergere grazie al continuo lavoro di chi vuole far «gridare i piccoli soldati», quelli non così noti ma che hanno combattuto e dedicato la propria esistenza per raggiungere una nuova alba fatta di unità e pace.
Tra le tante storie che meritano di essere conosciute vi è quella di Antonio Lopez Capicotto, nostro concittadino, nato nella vecchia “Crichi” del 1920. Nel 1940 viene arruolato come alpino nel 51° reggimento Artiglieria, Divisione Siena e inviato in Grecia. Dopo le vicende dell’8 settembre 1943, viene catturato e internato nei campi di prigionia in Germania. Verrà liberato 8 luglio del 1945 dalle forze alleate. Dopo diverse vicissitudini negli anni ’70 si stabilisce a Cinisello Balsamo con la sua numerosa famiglia dove muore nel 2009.
In occasione della Giornata della Memoria, presso il Municipio a Palazzo Confalonieri, su delega del Prefetto, il sindaco del Comune Cinisello Balsamo, Giacomo Ghilardi, ha consegnato alla figlia Rosa, al figlio Giovanni e alla nipote Maria Lucia Di Stano, la medaglia d’Onore conferita dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri ai cittadini italiani militari e civili deportati, internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra.
Ancora una volta, bisogna ringraziare il nostro concittadino Giuseppe Chirico per aver curato la parte burocratica e la ricerca storica, permettendo ai nostri eroi di poter ricevere il giusto onore al merito.
VIDEO
LA STORIA
LOPEZ CAPICOTTO Antonio, nasce a Crichi (CZ) (ora SIMERI CRICHI (CZ)) il 05 maggio 1920, unico figlio maschio con tre sorelle nate prima, una volta grandicello inizia subito a lavorare nei campi per aiutare la sua famiglia.
Ma in data 10 giugno 1940 viene arruolato nel 51° RGT Artiglieria, Divisione “Siena”. Il 17 settembre1940 si imbarca da Bari per l’Albania, sbarca a Durazzo. Da lì, nel mese di novembre 1941 si trova in territorio Greco, sull’isola di Creta, nella parte orientale dell’isola, con compiti di presidio e controllo del territorio.
Il 28 novembre 1942 utilizzando una licenza premio, convolava a nozze con Maria Rosaria Durante a Simeri Crichi, loro paese natale. Il matrimonio fu celebrato da don Antonio Scalise, zio della sposa.
Dopo gli eventi dell’8 settembre 1943: la Divisione Siena, rimasta isolata dalla madre patria e circondata da preponderanti forze tedesche, rifiuta comunque di consegnare le armi ed i soldati cercano di darsi alla “macchia” con l’aiuto della popolazione locale e unirsi alle forze partigiane, ma il 15 settembre1943 viene catturato e fatto prigioniero dai tedeschi ed internato in un campo di prigionia nei territori controllati dall’esercito tedesco. Rifiuta di rinnegare il giuramento prestato alla patria, al Re, rifiuta di giurare fedeltà alla Repubblica Sociale, preferisce la prigionia e inizia per lui come per gli altri soldati italiani che hanno fatto la medesima scelta, una resistenza silenziosa, una resistenza fatta di umiliazione, sofferenza e paura, fino alla data del 8 luglio 1945 quando viene liberato dalle forze alleate ed il 25 luglio 1945 ritorna in Italia, sbarca a Taranto.
Negli anni successivi alla seconda guerra mondiale iniziò a lavorare nel settore agricolo sia in proprio che per conto terzi. Nel 1946 nasce la prima figlia Laura e nel 1948 Giuseppe.
Negli anni successivi al 1950, in base alle competenze acquisite nel periodo bellico, riesce a trovare lavoro nel comparto delle nascenti infrastrutture stradali calabresi, prima come operaio nel movimento terra e successivamente come capocantiere.
Nel 1951 nasce Salvatore, nel 1953 Rosanna, nel 1955 Raffaela e per ultimo nel 1961 Giovanni.
A causa della mancanza di lavoro tre figli emigrano in Lombardia, a Cinisello Balsamo. Antonio e la moglie Maria, volendo riunire la famiglia, decidono di emigrare con i due figli più piccoli a Cinisello Balsamo.
Antonio troverà subito lavoro presso la ditta Malugani che lascerà solo per andare in pensione nel 1976.
Con i soliti alti e bassi legati specialmente alla salute, trascorre gli anni della pensione coccolando i tanti nipotini/e, viaggiando anche all’estero per vedere i figli Salvatore e Giuseppe, che nei primi anni settanta si erano trasferiti in Olanda.
Antonio muore il 19 marzo 2009 lasciando un affettuoso ricordo ai suoi amati familiari e amici.
© RIPRODUZIONE RISERVATA